https://www.politicamentecorretto.com/2025/09/29/la-grande-differenza-tra-aborto-e-omicidio/
Egregio Direttore,
Potrei replicare all’autore Pierri richiamando il concetto espresso più e più volte dalle femministe:” un uomo non può parlare dell’aborto “. Ma non mi abbasserò a tanto, visto che c’è un dato indubitabile che confuta una tale scempiaggine: un bambino è frutto dell’incontro tra maschio e femmina, che contribuiscono in ugual misura al concepimento del piccolo, quindi entrambi hanno titolo ad esprimersi nel merito.
Faccio notare però che il mio essere volontaria nel campo pro-life da trent’anni mi permette di controbattere alle affermazioni un po’ superficiali dell’autore su ciò che spingerebbe una donna ad abortire: la quasi totalità infatti prende una tale decisione con leggerezza, a causa di una legge, che ha ormai mezzo secolo, artefice di una narrazione pervasiva nella nostra povera società, per cui l’aborto sarebbe un diritto.
Risultato: nell’arco di quasi 50 anni, da quando è stata approvata la legge 194/78, più di 6.000.000 di bimbi sono stati eliminati. Se le donne che hanno fatto ricorso alla IVG si fossero comportate in tal modo per “la situazione che non potevano sopportare”, ci sarebbe da chiedersi come mai nessuno abbia aiutato una mamma a superare l’angosciosa situazione di una maternità inaspettata: siamo tutti disumani? Non lo sapevamo?
C’è forse un passaggio che sfugge all’autore dell’articolo e che invece risulta molto chiaro a chi opera nel volontariato per la vita da anni: la donna è sola, e compie, nella paura, scelte che poi si riversano tutte su di lei. Ed ecco un’altra informazione che forse è ignota ai più, soprattutto alle femministe così pronte ad aprire varchi alle interruzioni di gravidanza per tutte, senza se e senza ma: il “dopo”, che la donna che ha abortito si ritrova ad affrontare da sola. Lo sanno molto bene gli psicologi che accolgono donne distrutte per aiutarle ad elaborare il lutto, perché tali sono le conseguenze quando si prende consapevolezza di aver eliminato il proprio figlio.
Allora, in conclusione, vorrei ribaltare l’idea portante di Pierri:
1) dal punto di vista scientifico omicidio e aborto sono entrambi la stessa identica realtà: l’eliminazione di un essere vivente appartenente alla specie umana.
2) dal punto di vista etico non c’è alcuna differenza: si tratta di cancellare una persona, con l’aggravante che il piccolo bimbo nel ventre della mamma non può difendersi dagli strumenti del medico abortista.
3) dal punto di vista del dolore della donna (e dell’uomo), l’aborto è incommensurabilmente superiore all’omicidio.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente del Comitato “ Pro-life insieme “
http://www.prolifeinsieme.it