La legge 194 viene distorta dal politicamente corretto

https://www.lastampa.it/cronaca/2025/09/29/news/alessandra_kustermann_aborti_ribelle_famiglia_cattolica-15328829/amp/

Non mi stupisco più quando le persone parlano di interruzione di gravidanza come si riferissero ad una operazione di routine, ad un intervento come un altro.
Inorridisco, questo sì ma mi ripeto che a far ragionare in questo modo tanta gente sia l’ignoranza anche se, al giorno d’oggi e con tutte le informazioni che abbiamo, l’ignoranza non è più giustificata, meno che mai in casi di tale portata morale.
Se poi è un medico, ancora di più se ginecologo a parlare di aborto con leggerezza, allora ci vedo la malafede, il medico è infatti a conoscenza esattamente di cosa si andrà a fare. Sa perfettamente che si “estirpa una vita” la quale ha già tutto quello che serve per maturare.
È vita nascente!

MESSAGGI AMBIGUI

Quando poi il messaggio arriva da certa gerarchia ecclesiastica  diventa diabolico.
Avvenire ha più volte difeso l’ ivg ribadendone ” l’ importanza sociale per la tutela della donna, tutela che però deve essere in sintonia con i principi della l.194″
i quali parlano di “prevenzione, sostegno alla maternità ecc.”.
Insomma il classico “un colpo al cerchio e uno alla botte”.
Il quotidiano dei vescovi lascia quindi intuire che, una certa gerarchia cattolica, consideri la 194 sempre come “scelta estrema e drammatica” ma ribadisce che “il diritto alla vita si pone in contrasto con il diritto di pari valore della salute della gestante”.
Uscire confusi da questo resoconto è il minimo!

L194

Dall’entrata in vigore della 194 del 78 ad oggi in Italia sono stati praticati circa 6 milioni di aborti ma, se consideriamo le RU486 ( vendute anche online), pillole del giorno dopo e dei 5 giorni dopo, il conteggio esatto è impossibile.
I casi drammatici in cui un medico si trova davanti alla scelta di salvare la mamma o il bambino sono rari.
Il vero spirito della 194 è diventato diritto di autodeterminazione della donna, diritto che la rende
libera di scegliere in base ai propri desideri, trascurando altresì gli articoli in cui si parla di tutela della maternità. Non c’è da stupirsi se si pensa che la
l 194 è stata approvata negli anni 70, periodo in cui le femministe invadevano strade e piazze rivendicando il diritto di gestione del proprio corpo, non di certo per esaltare il valore sociale della maternità.
Insomma una legge nata soprattutto per seguire il politicamente corretto, anche se l’obiettivo doveva essere quello di mettere fine al lavoro sporco di mammane senza scrupoli.
Il “politicamente corretto” non va mai contrastato in quanto si rischia l’insurrezione del popolo, il quale, ben addestrato, risponderebbe esattamente come certi poteri vogliono che risponda.

NON CI STANCHEREMO MAI DI DIFENDERE LA VITA

I messaggi mandati da ginecologi, politici ed anche da una parte di clero, quando si parla dei diritti sanciti dalla 194 sembrano quindi non lasciare dubbi: non si toccano.
Fanno capire che i cortei di chi sostiene la vita
che sfilano in piazza con i loro messaggi decisamente controcorrente, non devono preoccupare in quanto sono innocui e, secondo questi paladini di morte, rappresentano soltanto una sorta di manipolatori affettivi che fanno leva sui sensi di colpa.
Medici, politici, professionisti nel sociale si ergono a “difensori dei diritti della donna” senza pensare che una donna in gravidanza custodisce dentro sé un’altra vita, la quale è a sua volta portatrice di diritti. Una vita iniziata all’atto del concepimento, una vita con un DNA unico e irripetibile cui l’aborto metterà fine.
Perché fare finta che sia tutto falso?
Una invenzione di bigotti oscurantisti, ignorando volutamente le evidenze scientifiche che parlano di vita dal concepimento?
Perché non assecondare la vita? Perché non provare a cercare soluzioni alla morte?
Abortire significa uccidere e a questa equazione nessuna motivazione regge.
La battaglia contro questa ideologia è difficile, è come districarsi tra i rovi.
Rovi costituiti da egoismo, da una visione superficiale della vita, una visione materialistica che trova nella morte la soluzione.
Il comitato “Prolife insieme” continuerà però ad ostacolare questa realtà proponendo sempre soluzioni di vita.

Angela D’Alessandro
Prolife insieme

http://www.prolifeinsieme.it