“È un silenzio gravido di senso, come il grembo di una madre che custodisce il figlio non ancora nato, ma già vivo.” ( dal ciclo di catechesi di papa Leone XIV 17/09/05).
Il silenzio a cui il santo padre fa riferimento è quello del sabato santo in cui tutto tace, anche la chiesa è avvolta dalla tacita attesa della rinascita del figlio di Dio.
Il richiamo che il papa fa al grembo materno è più che mai pertinente. È il silenzio di una mamma che protegge il figlio non ancora nato ma vivo.
Si perché il bambino custodito, anche se non ha ancora visto la luce, è vivo ma di questo si parla troppo poco.
Oggi più che mai si tende a non considerare l’ aggettivo VIVO come reale in nome di una libertà considerata un diritto. Il diritto della donna di scegliere in autonomia sul proprio corpo e sulla propria vita.
L’ABORTO UCCIDE UNA VITA
Forti della legge 194 schiere di femministe si battono per fare sì che la donna sia lasciata libera, senza condizionamenti, di mettere fine alla gravidanza se questa rappresentasse un ostacolo per la sua vita. Combattono con le unghie e con i denti affinché non ci sia nessuno che si permetta di ostacolare tale decisione perché, quello che si sta per fare, non costituisce niente di grave, è un “grumo di cellule senza vita” secondo loro.
In realtà, quello che è stato concepito esiste. Quel bambino è già parte della madre e del padre in senso carnale in quanto è formato dall’ovulo della madre unito con lo spermatozoo del padre. Nutrito in simbiosi e ospitato dal grembo.
Abortire un bambino è quindi uccidere anche una parte di entrambi i genitori, per sempre.
Il lutto dell’aborto diventa quindi plurimo in quanto coinvolge tre vite ferendone il cuore.
E quel che resta è dolore, una sofferenza spesso sorda, che ha bisogno di essere elaborata attraverso un aiuto psicologico in quanto
potrebbe portare a serie conseguenze sulla vita della donna e a volte anche dell’uomo.
L’ALTERNATIVA ALL’ABORTO C’È
I motivi che possono spingere una donna a ricorrere all”ivg sono complessi e spesso legati a problemi economici, sociali, psicologici o personali quali ad esempio l’instabilità della coppia.
Ci sono però sul territorio i Centri di Aiuto alla Vita (Cav) che sono associazioni di volontariato atte ad offrire sostegno concreto a chi si trova in difficoltà durante la gravidanza.
Il ruolo di questi movimenti è quello di promuovere la cultura della vita nascente offuscata dalla soluzione mortifera dell’aborto.
Forniscono supporto medico, psicologico, legale e materiale al fine di aiutare a superare le paure legate ad una gravidanza inaspettata.
Non tutte le donne sono però a conoscenza di queste importanti realtà che sono disseminate su quasi tutto il territorio nazionale.
L’obiettivo di promuovere e potenziare la vita nascente oltre che a salvare bambini, è quello di mettere in atto una rivoluzione culturale che dia valore alla maternità superando la cultura dello scarto, promuovendo l’accoglienza e il senso della vita.
Senza contare che, una società che sostiene la vita nascente, è una società che investe nel futuro attraverso il sostegno alle nuove generazioni.
Questo concetto però non viene recepito da chi si ostina a parlare sempre e solo di autodeterminazione, di libertà di scelta, libera da giudizi morali e sensi di colpa.
L.194/78
Chi sostiene l’ aborto, oltre a non permettere ai volontari delle associazioni per la vita ad entrare nei reparti ospedalieri in cui si effettuano ivg per provare a capire, assieme alla futura madre se è proprio sicura che quella sia la scelta giusta, vorrebbe anche costringere il personale sanitario obiettore di coscienza ad effettuare interruzioni di gravidanza suo malgrado.
Tutto questo senza tenere conto degli articoli 1 e 2 della l. 194 del 78 in cui è scritto chiaramente che, prima di arrivare all’aborto, si dovrebbero cercare soluzioni alternative atte ad evitarlo.
E dell’art. 9 che tutela i sanitari che non vogliono mettere fine alla vita di un bambino. Si arrogano il diritto di fare “rispettare diritti” calpestandone altri..senza dignità.
Si parla di denatalità, si guarda con preoccupazione a una società sempre più anziana, sempre più stanca.
Lo stato, per risolvere questo problema, dovrebbe essere più presente nel sostenere la vita nascente e riconoscerne il grandissimo valore.
Dovrebbe promuovere campagne di pubblicità/progresso in cui si esalti la bellezza e anche l’importanza di mettere al mondo figli sostenendo chi si spende per fare capire che la vita è vita dal concepimento alla morte naturale.
IL RISPETTO DELLA VITA DA PIÙ PUNTI DI VISTA
Perché la vita e la dignità delle persone vanno difese dalla nascita alla morte.
Questi non sono solo problemi che riguardano la sfera spirituale di uomini e donne. Le manipolazioni genetiche, l’eutanasia, l’aborto sono questioni morali che interessano
tutti.
Bisogna conoscere e rispettare i codici etici in quanto essi stabiliscono i valori che guidano i comportamenti corretti, aiutano nel discernimento di ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, facendo sì che si possa costruire un mondo migliore.
Molte proposte, molte sfide che oggi vengono viste come innovative, come liberatorie, andrebbero analizzate “cum grano salis” per riuscire a dar loro il giusto valore e non cadere così nella trappola del “tutto è possibile se mi va”.
Viviamo in un mondo polarizzato che va verso un’unica direzione. Una società che sta attraversando una profonda crisi in termini di valori quali la vita,
la famiglia, perni attorno cui ruota
il benessere della collettività. Cosa c’è di più importante di questi? Se li perdiamo cosa ci resta?
Angela D’Alessandro
Prolife insieme