PMA, non solo per le donne ma anche per gli uomini!

https://trendsanita.it/paternita-rimandate-la-societa-italiana-di-andrologia-propone-un-cambio-di-paradigma/ Replica all’articolo “Paternità rimandate: la Società Italiana di Andrologia propone un cambio di paradigma.” Di Alessandra Margret. 11.09.2025

Tra tutte le Società scientifiche italiane che in questi ultimi mesi, da quando la PMA è stata accolta nei LEA nazionali, stanno promuovendo in modo prorompente la diffusione delle tecniche di riproduzione assistita exracorporea (FIVET- ICSI) mancava quella di Andrologia.
Tutte le Società dichiarano di voler perseguire un obiettivo comune di fondo: operare per una causa nobile, volendo corrispondere positivamente ad una innegabile esigenza sociale, quale quella della denatalità. E tutte le Società entusiasticamente indicano nella PMA il rimedio quasi fosse ormai indispensabile per una soluzione del problema. Addirittura si propone ai giovani maschi sani – e sottolineo sani, in quanto ci possono essere condizioni di salute della persona tali da rendere ragionevole questa procedura – la preservazione del liquido seminale, attraverso la crioconservazione (il congelamento degli spermatozoi in azoto liquido a -198° C) in tempi anticipati rispetto al loro potenziale desiderio di paternità. Sì perché – loro dicono – anche la fertilità maschile tende a declinare con l’età e, considerata la tendenza dei maschi italiani a diventare padri dopo i 35 anni, avere una riserva di spermatozoi “buoni”, garantirebbe loro una maggiore fertilità. Con questa “crioconservazione preventiva” i maschi verrebbero aiutati “a fare scelte responsabili”, ossia a voler diventare padri anche negli anni in cui la loro fertilità fisiologicamente decade.
Sempre di più la biotecnologia applicata alla “procreatica” propone rimedi artificiosi, ammantati di scientificità, per sopperire ai gravi squilibri etico-psico-sociali della nostra società di cui anche il declino delle nascite è un indiscutibile esito. L’attuale “sistema sociale” infatti, in cui soprattutto le giovani generazioni sono soggette a vivere, condiziona gravemente le loro naturali aspirazioni ad una vita autonoma e feconda, nel rispetto dei loro tempi anagrafici. Tutto sembra congiurare a vivere una sessualità precoce e consumistica, deresponsabilizzata, e resa sterile, ancor prima del tempo, da un pensiero dominante che vede la genitorialità soltanto come scelta opzionale, frutto della sola propria autodeterminazione. Il figlio è solo un mero oggetto del desiderio, che, se finalmente perseguito, viene accolto o ricercato ad ogni costo; se invece indesiderato, viene rifiutato ed eliminato volontariamente.
La vita umana perde così la sua costitutiva prerogativa di essere libera fin dal suo sorgere, il concepimento, frutto di un atto libero di un uomo e di una donna. Con la fecondazione extracorporea la stessa vita umana diventa invece predeterminata dalla volontà e dall’azione di terze persone, i biotecnologi, che manipolano i gameti (ovuli e spermatozoi) e l’embrione nei suoi primi giorni di vita, provocandone la morte per la stragrande maggioranza (dall’ultima Relazione del Ministro della Salute al Parlamento italiano sulla applicazione della L.40/2004, per l’anno 2022: nella FIVET-ICSI omologa l’82,86% degli embrioni trasferiti in utero non giungono alla nascita; nella FIVET-ICSI eterologa il 75,03% degli embrioni trasferiti in utero muoiono). E un’altra grande percentuale di embrioni prodotti in provetta viene crioconservato (sempre dall’ultima Relazione ministeriale: nelle strutture pubbliche il 46,1%; nelle strutture private convenzionate il 59,4%; nelle strutture private il 54,4%) per un destino incerto perché solo una parte minoritaria viene scongelata per ritentarne il trasferimento nell’utero della stessa donna (FIVET omologa) o di altre donne (FIVET eterologa).
Questa dunque dovrebbe essere la soluzione al problema della denatalità e dell’infertilità?! A ben vedere, indipendentemente da qualsivoglia visione ideologica o confessionale, insistere su questa procedura biotecnologica da parte delle Società scientifiche italiane che, tra l’altro, hanno tutto il loro grande interesse economico a farlo – togliendo risorse importanti alla Sanità pubblica – potrebbe sia accrescere disillusione alle aspettative nelle coppie (nel 2022 in Italia, su un totale di 78.105 coppie, le gravidanze ottenute sono state 21.695, pari solo al 27,77% e i nati vivi sono stati 15.583, pari solo al 19,95%), sia favorire una mentalità portata a rimandare nel tempo la responsabilità genitoriale, piuttosto che a promuoverla nei modi (naturali sicuramente più efficaci!) e nei tempi.
Un’ultima perplessità che la proposta della “crioconservazione preventiva” ragionevolmente provoca. Quanto questa raccolta di campioni di sperma da giovani adulti sani sia davvero destinata a risolvere un ipotetico problema di sterilità che negli anni successivi lo stesso soggetto depositario del campione potrebbe presentare? Quanto invece questi campioni prelevati a buon mercato, magari anche gratuitamente su finanziamento dello Stato, vadano ad arricchire le “banche del seme” in Italia, per incrementare il commercio interno ed estero delle donazioni di gameti utilizzati per la FIVET eterologa? Potrebbe infatti verificarsi che un uomo che abbia conservato i suoi spermatozoi in età giovanile, riesca ad avere naturalmente figli e, pertanto, non voglia più utilizzare i suoi spermatozoi per altri concepimenti in vitro. I suoi campioni di sperma conservati nel freezer saranno distrutti, o verranno lasciati a disposizione dei laboratori della PMA?
Infine non posso non evidenziare quanto la PMA in tutti i suoi passaggi tecnici che comporta – la “crioconservazione preventiva” degli spermatozoi è l’ultimo preso in considerazione – arrivi a trattare le persone come “soggetti da allevamento”. Una vera mortificazione della dignità della persona e della sua vocazione alla genitorialità. Vocazione, cioè una possibilità naturale che la medicina può aiutare, senza però diventare pretesa cieca ed assoluta, rispettando la dignità dei soggetti coinvolti, compreso il concepito (come recita lo stesso art.1 della legge 40/2004).

Dr. Alberto Virgolino – Presidente AIGOC
Comitato Pro-life insieme

http://www.prolifeinsieme.it

https://www.lafionda.com/pma-perplessita-etiche-mediche/