https://www.mammemagazine.it/attualita/onlyfans-femminismo-o-patriarcato/
Una piattaforma digitale frequentabile dagli iscritti ( a pagamento) in cui ragazze ma anche donne, mamme e pure nonne (ahimè) si espongono per fornire prestazioni sessuali.
Un vero e proprio trasloco dai vecchi “bordelli” chiusi con la legge Merlin del 20 febbraio 1958, n. 75, alle piattaforme social.
L’obiettivo della abolizione delle case chiuse, in cui venivano utilizzate ragazze perlopiù povere o senza famiglia, era quello di costituire un punto fermo nel contrasto dello sfruttamento legalizzato della prostituzione.
Le attuali piattaforme digitali, in cui si offrono prestazioni sessuali a pagamento, rappresentano di fatto un gigantesco passo indietro in termini di emancipazione femminile e non solo.
Non è autodeterminazione della donna ma vendita del corpo
L’autodeterminazione in questo caso non regge. Parliamo di vendita del corpo che, oltre alla violazione della dignità umana presenta altri gravi rischi come lo stigma sociale, l’aumento della vulnerabilità allo sfruttamento e quindi alla violenza nonché la dipendenza da sostanze e da alcool.
La prostituzione lede la dignità umana anche se fatta per scelta in quanto svilisce la persona, questo è stato stabilito anche dalla Corte Costituzionale. con la sentenza n. 141 del 2019.
https://blog.andreamuzii.it/rischi-nascosti-di-onlyfans/
La prostituzione digitale non si discosta da quella “in presenza” e ne ricalca le conseguenze negative.
Infiniti sono i motivi per girare alla larga da queste piattaforme.
Il sesso digitale è basato perlopiù dalla condivisione di materiali pornografici che potrebbero, ad esempio, essere diffusi senza il consenso ed usati per il terribile “cyberbullismo”.
Effetti negativi sulle relazioni della ricerca del sesso online
Inoltre, la ricerca del sesso online può portare al deterioramento delle relazioni affettive e compromettere l’intimità reale. Quest’ultima infatti viene sostituita da surrogati virtuali sterili che lasciano solo alla fine amarezza e solitudine.
Può infine evolvere in dipendenza da materiale pornografico con i conseguenti gravi effetti negativi sulla vita di chi ne fa uso.
Insomma, l’avvento della rete ha cambiato le nostre vite e spesso il confine tra il reale e il virtuale è costituito da una sottile linea di demarcazione.
È sempre più frequente vedere ragazze e donne anche non proprio “di primo pelo” ammiccare da tiktok o Instagram per lanciare messaggi inequivocabili.
Usano queste piattaforme popolari ed accessibili a tutti ( anche a minori) come vetrina per poi invitare gli interessati a fare un giretto su Onlyfans o altre diavolerie simili in cui ha inizio la prestazione vera e propria.
Il dio denaro
Cosa spinge queste persone a vendersi? Il guadagno e, a vedere la velocità con cui questo fenomeno evolve di giorno in giorno, c’è da realizzare che gli incassi siano notevoli.
Ma come si può ridurre l’amore a mero commercio?
La pornografia ha rovinato l’uomo rendendolo schiavo, ha tolto l’incanto che esiste in un rapporto intimo tra due persone innamorate il quale risiede nella fiducia reciproca, nella connessione emotiva, nella libertà di sentirsi autentici e non giudicati. Insomma ha svilito l’amore e l’ha reso pura lussuria.
Senza scomodare la religione in cui si parla di sacralità dei corpi, essi sono così importanti che il Signore li chiama templi di Dio ( 1 Corinti 3, 16 – 17; 6, 19 – 20), la prostituzione è qualcosa di immorale anche dal punto di vista laico.
Il corpo va curato, trattato bene, amato per fare sì che ci renda persone felici e per essere felici è necessario stare bene con noi stessi.
Il decadimento etico veicolato dalla pornografia consiste infatti nella mercificazione e nella svalutazione del corpo e dei rapporti sessuali nonché dallo sfruttamento delle persone.
Non va quindi esaltata ma ostacolata, impedita, condannata.
Questa sorta di “sirene di Ulisse” alle quali l’uomo è incatenato, le tentazioni, i pericoli che lo spingono ad andare anche oltre ai limiti della decenza sono molto pericolosi in quanto inducono a cadere sempre più in basso. Bisognerebbe prendere spunto da Odisseo il quale, nella famosa opera omerica, si è fatto legare all’albero della nave perché conscio che, se fosse caduto tra le grinfie di questi messaggi effimeri, si sarebbe perso.
Angela D’Alessandro
Prolife insieme