*Viale, vent’anni da “dottor morte”: “Ru486 nei consultori e a casa”**
Faccio davvero fatica a chiamare medico quest’uomo che festeggia 20 anni dalla prima somministrazione della pillola killer RU486, brindando su chissà quanti cadaveri di bimbi soppressi.
Forse è proprio per questo suo ostentato “piacere”che lo chiamano dottor morte.
L’etica della medicina prevede un solo ed unico obbligo per il medico: NON NUOCERE.
Non ha l’obbligo di guarire il paziente ma ha la responsabilità di non fargli del male e cosa c’è di peggio di, citando le sue parole, “frullare i bambini” dal ventre delle loro madri?
Purtroppo Viale sembra proprio aver tradito la parte nobile della medicina che, se vissuta appieno, è una vera missione umanitaria.
Non possiamo sapere se questa deviazione nasca da manie di onnipotenza di cui soffrono alcuni medici oppure sia banalmente dettata da interessi economici, facendo dell’aborto un grande business sulla pelle di donne e bambini.
Resta il fatto che oggi questo medico sembra osannare sempre di più questa pillola, spingendo i politici a sdoganarne addirittura l’utilizzo a casa – “aborto fai-da-te” – cosa squallida e pericolosissima! La donna che abortisce, infatti, tende ad isolarsi a causa di un naturale senso di vergogna e rischia così di ritrovarsi sola a casa ad affrontare emoraggie e altre gravi controindicazioni frequentissime nell’aborto farmacologico. Per non parlare della devastazione psicologica della donna che assiste alla fase finale di espulsione del feto nel wc o nella doccia di casa in un lago di sangue.
Abbandonare la donna a tutto questo non vi sembra davvero crudele?
Abbonda infatti la letteratura scientifica che riporta le gravi problematiche psicofisiche delle donne nel post-aborto.
Si veda la raccolta di più di 500 studi medici nel volume Women’s Health After Abortion: The Medical and Psychological Evidence di Elizabeth Ring-Cassidy e Ian Gentles pubblicato nel 2003, come pure il seguente link dove vengono elencati alcuni dei disturbi più frequenti che vengono registrati nel post aborto.
https://www.deveber.org/womens-health-after-abortion
Altro che slogan quali “ho abortito e sto benissimo”!
Su una cosa sola concordo con Viale, ovvero che una certa politica di sinistra debba abbandonare slogan vuoti ed ideologici, ma non per spingere l’acceleratore su pratiche mortifere a domicilio come chiede Viale, bensì per riconnettersi alla realtà.
La verità è sotto gli occhi di tutti: l’aborto è una piaga sociale che da quasi 50 anni devasta il nostro paese.
Come donna, madre e membro del Comitato “Prolife Insieme” mi sento in dovere di mettere in guardia tutte le donne di fronte alla superficialità con cui l’aborto viene “venduto” oggi da alcune istituzioni mediche e perfino scolastiche.
Sempre più fitta è la rete di associazioni che difendono la Vita dal primo all’ ultimo istante, pertanto invito tutte le donne a non “temere il proprio bambino” e a rivolgersi a chi ama e protegge la Vita di madre e figlio.
Solo così possiamo avere la garanzia di una vera assistenza umanitaria libera da interessi di profitto.
Il mio consiglio? Da “medici” come Viale, è meglio stare alla larga!
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI