Ed.sessuale nelle scuole e consenso informato: rispetto per i genitori

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Educazione sessuale ed affettiva nelle scuole: il Ddl sul consenso informato è “rischioso e divisivo”

In questo articolo si legge che Il “consenso informato è, a nostro parere, fuorviante e pericoloso”. Al contrario si tratta di un provvedimento minimo di rispetto dei genitori dei minori. L’art.30 della Costituzione infatti stabilisce che “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.” Risulta che il 70% dei genitori intende occuparsi personalmente nell’intimità domestica e con la delicatezza necessaria allo sviluppo del singolo bambino/adolescente delle citate questioni , che non intende delegare a persone sconosciute, etichettate come esperti (da chi? in base a quali criteri?).

Anche nell’eventualità che alcuni genitori acconsentissero a delegare alla scuola questo loro precipuo compito, in base alla Legge 107/2015 la scuola sarebbe tenuta a propone ai genitori i Progetti Formativi PTOF e POF comprendenti attività d’istituto, integrative, extracurriculari nonché PEC Patto Educativo di Corresponsabilità: il Dirigente Scolastico sarebbe tenuto a sottoporre alla firma dei singoli Genitori tutti e tre questi documenti con esposizione particolareggiata dei progetti.
L’educazione è diritto e dovere dei genitori! https://prolifeinsieme.it/page/2/?s=manuela+ferraro&et_pb_searchform_submit=et_search_proccess&et_pb_include_posts=yes&et_pb_include_pages=yes
“La funzione educativa della scuola pubblica”, citata nell’articolo, non si realizza certamente con la dispersione scolastica in mille rivoli. Altrettanto sicuramente la scuola afferma il suo valore formativo se concentra la sua attività su alcuni pochi punti chiave: corretto insegnamento delle basi della lingua italiana, della storia, della geografia, fondamenti della matematica e delle scienze, materie curriculari delle scuole superiori. Da interventi estranei e dispersivi come quelli della cosiddetta educazione sessuale gli allievi vengono incentivati al nulla ed escono sufficientemente ignoranti e privi di capacità critiche nei riguardi di afferenze (internet, chat, influencer, media, IA) disturbanti e addirittura patologiche quando esse fomentano la violenza di ogni tipo. Sembrerebbe che questa pletora di “offerte formative”, che poi risultano di fatto frequentemente obbligatorie ed imposte, cospiri ad incrementare la sopra citata dispersione e confusione.

Guardiamo ora alla realtà sperimentata presso altre nazioni europee. La Svezia detiene il primato assoluto per femminicidi, per stupri, ed è anche il paese in cui almeno il 30% delle donne lamenta violenze domestiche. Questi dati possono essere ottenuti on-line persino da siti femministi come Cosmopolitan. I tassi di violenza sulle donne più alti si registrano nei Paesi cosiddetti più sviluppati, come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, con punte inquietanti negli ultra-moderni, ultra-civili Stati del Nord: Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca. In Italia in base ai dati 2021 il primato delle violenze sessuali  spetta alla avanzatissima Emilia Romagna.  Messi di fronte al fallimento della “educazione sessuale”  scolastica politici, sociologi, psicologi hanno inventato il Paradosso Nordico. In altri termini il mito della “educazione sessuale”  scolastica deve rimanere intatto, mentre la realtà si ribella a questi “apprendisti stregoni”. I piani quinquennali di Stalin, le ricette economiche di Monti e di Draghi, le iniziative anti-Covid di von der Leyen e di Speranza falliscono? Negano che la realtà che smentisca la loro ideologia, bensì ribadiscono che è colpa dei saeva et infesta virtutibus tempora dei tempi malvagi ed avversi alle virtù (Tacito, Agricola 1), è colpa dei sudditi incapaci di obbedire.

Si tratta quindi di un “Paradosso” oppure è la diretta conseguenza della sessualizzazione precoce, indotta dalla martellante pubblicità riguardo alla componente sessuata della personalità? La logica impone di considerare valida la seconda ipotesi interpretativa. (1) (2) (3)

Ogni intervento di sanità pubblica richiede inoltre la verifica della sua efficacia. I programmi di “educazione sessuale”  scolastica, avviati fin dagli anni Cinquanta del XX secolo presso Stati come Svezia, Regno Unito, Francia, hanno fallito negli scopi dichiarati di evitare comportamenti asociali, gravidanze indesiderate, procurato aborto, malattie infettive sessualmente trasmesse: tale fallimento è noto da tempo immemorabile, ma viene opportunamente occultato. I programmi vengono invece accreditati spesso col solo intento di veicolare contenuti ideologici sulla contraccezione, sull’aborto, sull’omosessualità, sulla transessualità, sul nomadismo sessuale. In Svezia programmi di educazione sessuale scolastica sono stati imposti (sottolineo: imposti, il contrario della decantata democrazie) fin dal 1952: risulta forse che la Svezia abbia poi ottenuto gli idilliaci risultati derivanti dall’«iniziare presto»?. In Francia, altra patria dell’educazione sessuale scolastica, il procurato aborto è libero da 50 anni con questi brillanti risultati: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 202; con un tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo:  5,4/mille donne in età fertile). La prevenzione del procurato aborto dovrebbe forse essere affidata a quella deputata pentastellata con laurea triennale in Scienze dell’educazione (sic) , la quale in diretta televisiva si è vantata che il giorno in cui ha abortito è stato il giorno più bello della sua vita?
Al contrario espongono i bambini a sessualizzazione precoce, li inducono ad interessarsi alla pornografia, alla quale purtroppo internet offre facile accesso con conseguenze perniciose a qualsiasi età. Pornografia, prostituzione, droga sono poi strettamente collegate: il mercato della pornografia attira e sfrutta, con enormi introiti, giovani uomini e giovani donne che si prostituiscono, anche per accedere alla droga: tanti di questi infelici chiudono la loro triste esistenza col suicidio.
Se proprio oggi si assiste all’incremento di varie forme di violenza (dalla predazione sessuale sui minori alla violenza sessuale sino allo stupro, dal bullismo al cyberbullismo, dal mobbing alla induzione al suicidio), la conseguenza logica è che la violenza deriva ed è incentivata proprio dal venir meno da quei sani modelli di relazioni  familiari, che costituivano la normale educazione in una società ben ordinata e responsabile, che non sentiva e non aveva nessuna necessità di corsi specifici e di psicologi.
Dobbiamo infine formulare alcuni quesiti: Perché dovremmo affidare noi stessi e i nostri figli a psicologi o ad altre figure estranee? Chi li sceglie? In base a quali requisiti? In base a quali parametri di etica e di morale? Quanto costano in termini di tempo impegnato questi fallimentari e controproducenti interventi di “educazione sessuale”? Quali stipendi incassano gli operatori coinvolti? E quanto costano in termini di denaro pubblico?

Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
www.prolifeinsieme.it

1) Alessandro Rico: Il fiasco dell’educazione sessuale: dove si fa si uccidono più donne. La Verità 22.11.2023 Riporta che in tutti gli Stati il numero di femminicidi è più alto che in Italia.
2) Elisabetta Frezza: Educazione sessuale a scuola. La storia(ccia) infinita. 16.05.2025
https://www.lafionda.org/2025/05/16/educazione-sessuale-a-scuola-la-storiaccia-infinita/
3) https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2025-01/report_omicidi_al_31_12_2024.pdf