https://mujeres-libres-bologna.noblogs.org/post/2025/07/23/laborto-farmacologico-e-sicuro-basta-fake-news-degli-anti-scelta/
L’aborto farmacologico è sicuro : basta fake news degli anti-scelta!
È sempre un piacere interagire con “donne libere”, le quali democraticamente invocano un confronto sano e costruttivo scrivendo: “pretendiamo che negli spazi pubblici del comune di Bologna non vengano messi messaggi anti scelta!”.
Il primo criterio nel giudicare un’azione non è la libertà di scelta, bensì se quella azione sia morale oppure immorale, buona o cattiva, lecita oppure illecita.
Nel caso del procurato aborto chi parla o più esattamente blatera di “libertà di scelta” mette il carro davanti ai buoi, sovverte l’ordine logico del giudizio.
Soltanto quando un’azione è morale, buona, lecita subentra la “libertà di scelta”: soltanto se sono libero da altri doveri, posso scegliere se leggere un libro oppure se fare una passeggiata.
Non esiste la “libertà di scelta” di ammazzare, di violentare, di rubare, di gettare un’automobile a folle velocità. Quindi non esiste neppure “libertà di scelta” di chichessia nei confronti del nascituro.
Mujeres libres scrivono: “la RU486 è sicura ed efficace, lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità”: quanto siano scientificamente fondate e veritiere molte posizioni dell’OMS è stato ampiamente sperimentato anche durante la pandemia Covid.
“Dati recenti della letteratura scientifica (BMJ 2025; 388: e082801) sugli effetti collaterali già della contraccezione ormonale ordinaria (non d’emergenza) rivelano un rischio doppio di ictus ischemico e di infarto del miocardio per le donne che hanno assunto pillole estrogeno-progestiniche, mentre per le pillole a base di solo progestinico il rischio aumenta di 1,5 volte. Per l’anello vaginale combinato il rischio di trombosi arteriosa è maggiore: 2,4 volte per l’ictus ischemico e 3,8 volte per l’infarto miocardico. Per il cerotto transdermico contraccettivo il rischio per l’ischemia cerebrale è 3,4 volte aumentato; per l’impianto sottocutaneo a base di solo progestinico il rischio di ictus è 2,1 volte maggiore e circa 3 volte superiore per l’infarto miocardico.
Per la pillola del giorno dopo che ha un dosaggio di progestinico (Levonorgestrel LNG 1,5 mg) 10 volte superiore a quello contenuto in una classica pillola estroprogestinica, conosciamo gli effetti collaterali immediati (nausea, vomito, mal di testa, dolore addominale, perdite di sangue, alterazioni del ciclo mestruale, tensione mammaria, vertigini) che possono durare alcuni giorni. Non sono stati ancora prodotti studi che valutino gli effetti a distanza sulla salute delle donne che hanno assunto una o più volte questo stesso farmaco, come invece meriterebbero di essere fatti.”
“Un effetto collaterale importante dell’UPA è quello epatotossico.
Nel 2018 il PRAC dell’EMA ha bloccato la dispensazione del farmaco Esmya contenente 5 mg di Ulipristal acetato (un dosaggio dell’UPA 6 volte inferiore a quello della pillola ellaOne) per potenziale grave danno epatico in donne che lo assumevano per problemi di fibromatosi uterina. Pur in presenza di questo documentato effetto epatotossico, non è stata presa nessuna precauzione nella vendita di questa «pillola dei 5 giorni dopo», anche a donne minorenni e senza prescrizione medica.
Nel foglietto illustrativo viene soltanto scritto: «ellaOne non va utilizzato come contraccettivo regolare»; tra le avvertenze, è inclusa quella di rivolgersi al medico «se soffre di una malattia del fegato». È stato giustamente rilevato come la vendita senza prescrizione medica di ellaOne per l’uso come pillola post-coitale, in seguito a somministrazioni ripetute, potrebbe facilmente portare ad una assunzione del farmaco oltre la quantità ritenuta potenziale causa dei gravi danni epatici che hanno motivato il ritiro del farmaco Esmya (Mozzanega, 2020).”
“Strategie di vendite per motivi economici
Non considerare queste conoscenze scientifiche sulle pillole post-coitali, finalizzando tutta la loro promozione e la diffusione più ampia e senza controllo sanitario – viene anche auspicata dagli autori la vendita senza ricetta medica alle minorenni anche della pillola del giorno dopo – allo scopo di “ridurre le gravidanze indesiderate tra le persone che non vivono in coppia, per lo più utilizzatrici di preservativi e/o esposte al rischio di rapporti sessuali non protetti”, significa disprezzare la salute delle donne, favorire un costume sessuale che deprime la dignità della persona, resa incapace di scelte responsabili in una dimensione della vita così fondamentale, quale quella sessuale.
Tutto questo per l’evidente e spudorato interesse economico delle case farmaceutiche che producono questa tipologia di prodotti; gli autori infatti, parlano di “strategie di vendite e disseminazione delle ECP”!” (estratto da https://prolifeinsieme.it/?s=Virgolino&et_pb_searchform_submit=et_search_proccess&et_pb_include_posts=yes&et_pb_include_pages=yes)
Mujeres libres scrivono: “L’aborto è cura”. La cura è necessaria contro una patologia. Desidererei sapere: Di che cosa il procurato aborto sarebbe cura? La gravidanza è una patologia? L’OMS ha classificato la gravidanza come patologia? Un bambino concepito è una patologia?
A questo punto sono d’accordo con quest’unica affermazione di Mujeres libres: nel mondo “la capacità critica è già fortemente compromessa”: ma non la capacità critica e scientificamente ben fondata di coloro che si oppongono al procurato aborto.
Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme