https://www.giornalelavoce.it/news/cronaca/610552/silvio-viale-imputato-per-violenza-sessuale.html
Ferma restando la presunzione di innocenza di chi non sia stato seriamente valutato e giudicato in sede appropriata, sinceramente non appare inconcepibile per me pensare che chi non ha alcun rispetto per la vita umana dei nascituri, possa non avere rispetto per altre persone.
Silvio Viale, già militante di Lotta Continua,nel 2019 parlando della sua candidatura in +Europa, aveva dichiarato: “Finora nella mia carriera credo di aver praticato circa 10mila aborti. Nell’ottica degli antiabortisti sono un pluriomicida, ma non me ne frega niente. Io i bambini li frullo, e non ho paura a dirlo“.
Sono perplesso invece riguardo al fatto che Silvio Viale possa essere definito “un professionista legato alla difesa dei diritti civili e della salute delle donne”, quando egli stesso ammette di essere uno che “i bambini li frulla”, e quando dovrebbe essere noto a tutti, e a maggior ragione ad un laureato in Medicina, che il procurato aborto può causare danni fisici e psichici alla madre.
Rispetto alle accuse che gli vengono mosse, Silvio Viale sarebbe ”simbolo di ben altri valori”: quali sarebbero questi valori? Faccio notare che mentre i Medici che rifiutano il procurato aborto vengono definiti obiettori, coloro che praticano l’aborto vengono definiti non-obiettori: ci si vergogna di definirli in maniera semplice e diretta con altro termine? Quale termine si dovrebbe applicare?
Chi parla di “diritti” e di “libera scelta” della donna dovrebbe ben sapere che la madre che si appresta ad uccidere un suo figlio, dovrebbe essere correttamente informata riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc. Se non viene messa al corrente di queste informazioni, la madre di fatto non è in grado di fornire un vero consenso informato. Intraprendere una strada che porta alla soppressione del proprio figlio, senza che vengano proposte soluzioni alle cause che la provocano e alternative alla stessa, non è una scelta. Non è libertà, ma costrizione. Qualcuno informa la madre, che mentre sopprime suo foglio, si espone anche ad un drammatico incremento di rischio per il cancro della mammella? Si denomina Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer, ampiamente dimostrato in Cina e in India a scapito delle donne, cavie della diffusione del procurato aborto, le quali hanno presentato incidenza catastrofica di carcinoma mammario: statistiche scomode che vengono occultate.
Ma sarebbe bene ascoltare anche la testimonianza spontanea di Lily Allen, nata il 02.05.1985, e Miquita Oliver nata il 25.04.1984, conduttrici inglesi del podcast Miss me? di BBC Audio, le quali hanno certamente goduto della «educazione sessuale ed affettiva» scolastica e del “diritto all’aborto”. Nel corso del programma radiofonico Lily Allen ha candidamente rivelato: “Restavo incinta di continuo, di continuo. Ho avuto diversi aborti, ma poi non ricordo esattamente quanti. Non ricordo. Direi quattro o cinque”, e la conduttrice Miquita Oliver ha condiviso la propria esperienza con un tono altrettanto sincero: “Anch’io ne ho avuti circa cinque! Lily, sono così felice di poterlo dire e di poterlo dire anche tu, e nessuno è venuto a criticarci, senza alcun giudizio. Abbiamo avuto più o meno la stessa quantità di aborti”. L’autentica classe di queste due fa decisamente sfigurare l’affermazione di Gilda Sportiello, che si è vantata di appena un solo procurato aborto, a dimostrazione di quanto l’«educazione sessuale ed affettiva» britannica superi gloriosamente l’ignoranza mediterranea.
Lily Allen e Gilda Sportiello confermano che il procurato aborto possa pregiudicare gravidanze successive. Dopo i suoi procurati aborti Lily Allen dovette affrontare due aborti spontanei, il secondo di essi al sesto mese di gravidanza a causa di setticemia, per la quale corse rischio di morire: “Sono quasi morta” sono parole sue, riportate in Vanity Fair https://www.vanityfair.it/article/lily-allen-non-ricordo-quanti-aborti-subito-penso-quattro-cinque-rimanevo-incintsempre Anche Gilda Sportiello, dopo il procurato aborto, ha avuto un aborto spontaneo
Lascio le conclusioni a Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato “ProLife Insieme”