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Cara Caterina Bonetti, assessora alle Pari Opportunità, non vedo come possa essere rimasta scioccata dalle parole del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi- “La pillola Ru 486 consente l’aborto a domicilio, si consente a una donna di abortire da sola nel bagno di casa, espellendo il feto e tirando lo sciacquone”. Ha detto, tra le altre cose
In effetti questa è una verità, è ciò che avviene realmente.
Anche volendo escludere la fissazione del sessismo, meglio, il pretesto del sessismo, è logico che la responsabilità è di entrambi, uomo e donna, ma non solo nella decisione di abortire o meno, bensì all inizio, quando si decide di avere un rapporto sessuale, è lì che bisognerebbe essere responsabili! Sì, perché cara assessore, sembra facile poi cancellare tutto con un colpo di spugna.
Vede, io sono una convinta animalista ma, a volte, rimango sbalordita di come possano alcune donne, avere pietà di un cucciolino in fin di vita(che è giustissimo anzi),e non averla del proprio figlio, che fa parte di loro, che sta crescendo dentro di loro .
Anche se si vuole fare la femminista al 100 per 100 e non volerlo ammettere, il dolore rimane dentro, perché il legame che si crea fra madre e figlio inteso già dalla prima settimana , è eterno, indivisibile .
Glielo dice una donna che a vent’anni decise per l’aborto. E che ora a 51 anni ancora ci pensa e prova dolore .
Sì, il corpo è nostro ma, anche il bambino ha il proprio, peccato che a decidere per lui o lei sia un’altra persona .
E le dico di più, cara assessora: magari avessi incontrato dei prolife che, all’età di 20 anni, mi avessero spiegato realmente l’aborto! Magari mi avessero fatto sentire il battito, così da essere consapevole e avere la possibilità di decidere ! Perché io a 20 anni conoscevo solo lo slogan falso “il corpo è mio e decido io”. Ma non è così.
Barbara Cinti
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it