Da buon Marchigiano sono rimasto davvero colpito dello spazio dedicato a Matteo Ricci e a Gioia Santarelli in gaeta.it: forse Matteo Ricci ha trovato più comodo rifugiarsi a Gaeta essendo in corso nelle Marche l’inchiesta denominata Affidopoli relativa a “600 mila euro di soldi pubblici dirottati senza gara, utilizzando l’escamotage dei contributi sotto soglia, dal Comune di Pesaro guidato da Ricci in favore di due associazioni culturali, Opera Maestra e Stella Polare”, e dopo la pessima figura rimediata quando ha evitato di rispondere ad una giornalista di RaiTre (rete tipicamente vicina alla sinistra) e le ha urlato contro «Siete servi di Fratelli d’Italia!». https://www.iltempo.it/politica/2025/06/21/news/affidopoli-giudici-sistema-pesaro-contributi-sotto-soglia-ricci-pm-43083317/
Non esiste il diritto all’aborto
Tutti sanno che non esiste nessun “diritto all’aborto”, che viene reiterato come un mantra da personaggi, che evidentemente non hanno letto la 194/1978 o la travalicano.
194/1978 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” riporta: Art. 1. Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Art. 2. I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) …legislazione sul lavoro a tutela della gestante; c) attuando direttamente o proponendo … speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a); d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.
Effetti avversi dell’aborto procurato
Quindi, se “il centrosinistra si impegna a restituire alle donne la possibilità di decidere in libertà, in linea con le norme vigenti”, Matteo Ricci e a Gioia Santarelli dovrebbero appoggiare le iniziative rivolte a sostenere anche economicamente la maternità e pretendere che ogni donna per esercitare la “libertà di scelta” riceva ampie informazioni sia riguardo al fatto che si presta ad uccidere un suo figlio, sia riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc. Effetti avversi cui va aggiunto il drammatico incremento di cancro della mammella a causa del Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer.
Se non viene messa al corrente di queste informazioni, la donna di fatto non è in grado di fornire un vero consenso informato. Intraprendere una strada che porta alla soppressione del proprio figlio, senza che vengano proposte soluzioni alle cause che la provocano e alternative alla stessa, non è una scelta. Non è libertà, ma costrizione.
Ricci e Santarelli dovrebbero ben ricordare che tagli alla sanità sono stati effettuati proprio dalle giunte regionali del PD, al potere per decenni nelle Marche. Ciò non ostante nelle Marche esistono (purtroppo) ben 16 centri per IVG a fronte di soli 12 per espletare il parto, mentre dal punto di vista medico si possono presentare molti più problemi urgenti per il parto (e per molteplici altre necessità della salute di qualsiasi persona) rispetto alla IVG, che costituisce un intervento programmato.
Orwell e il principio di uguaglianza degli esseri umani
La dura realtà è che il corpo della madre è soltanto il luogo accogliente e privilegiato in cui il bambino viene concepito e gradualmente si sviluppa sino all’evento radioso della nascita; la cosiddetta “scelta” della madre agisce sul corpo del bambino il quale viene ucciso e non ha alcuna possibilità di scelta: può solo morire per soddisfare un presunto diritto della madre. Dobbiamo dunque dedurre, come scriveva Orwell nella “Fattoria degli animali”, che per i sostenitori del procurato aborto così come per i sostenitori del suicidio assistito “tutti gli esseri umani sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, mentre i bambini in utero sono “meno uguali degli altri”.
Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano, insieme con Giovanbattista Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Un personaggio sicuramente gradito alla sinistra abortista, Enrico Berlinguer, che pure aveva sostenuto l’introduzione della 194/1978, a Firenze il 26 aprile 1981, affermava: «Noi non lottiamo per la libertà di abortire, non riteniamo l’aborto una conquista civile né tantomeno un fatto positivo. Noi non siamo abortisti, l’aborto resta per noi un male».”
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria. Ancona
Comitato “ProLife Insieme”
www.prolifeinsieme.it
PS: A Gaeta va tributato grande onore nel ricordo dell’eroica resistenza all’assedio subìto dal 5 novembre 1860 al 13 febbraio 1861.