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Cortese richiesta di Replica.
*Aborto, tragedia italiana: la copertina dello scandalo*
Una donna, nuda, incinta e crocifissa.
Basterebbe questo per definire lo squallore della tragedia.
La donna che dovrebbe essere dipinta come custode del mistero incomprensibile della Vita
Il corpo nudo della donna incinta che dovrebbe essere rappresentato in tutta la sua bellezza con un grembo fertile e tondo ricco di grazia.
La Croce che rappresenta il sacrificio estremo del dono della propria vita per gli altri.
Questi elementi vengono rappresentati come oppressivi e negativi per la donna, ma quale può essere un dono più nobile e grande di quello di poter trasmettere la Vita?
Sono più di 40 anni che la donna è al centro di continue polemiche.
Quante parole intorno alla gravidanza, parole vuote, sterili, prive di empatia.
Parole che si trasformano in propaganda che si fa serva di una ideologia di morte, ma così dolce, ingannevole e seducente da illuderci di avere il “diritto” di sopprimere la vita di un altro individuo, purché ancora non sia nato. Il risultato di questa propaganda di potere alle donne, esasperata emancipazione ed incondizionata rivoluzione sessuale è sotto gli occhi di tutti: una enorme solitudine.
Le donne hanno completamente smarrito la loro più profonda identità e passano la vita a scimmiottare gli uomini, nella maggior parte dei casi con scarsi risultati e un cuore insoddisfatto.
L’accanimento contro la Vita Nascente che si è scatenato a livello mediatico, politico e culturale a partire dagli anni ’70 è tutt’ora scatenato, nonostante non solo l’aborto sia stato legalizzato ma addirittura anche la pillola killer abortiva, RU486, rendendo la donna completamente “libera” di disporre del suo corpo, e anche di quello del suo bambino, ma questo non si può dire . ..
Pertanto noi del Comitato “Prolife Insieme” ci domandiamo perché oggi nel 2025, l’Espresso abbia sentito la necessità di ritirare fuori dal suo cilindro questa foto oscena e provocatoria completamente fuori contesto rispetto alla realtà presente. La foto infatti risale ad una copertina del 1975, anno in cui il numero fu sequestrato per vilipendio alla religione e il direttore querelato. Certo basterebbe leggere la Costituzione per capire che anche oggi nel 2025 questa rivista sarebbe passibile di denuncia, perché questa foto di pessimo gusto rappresenta una offesa a ciò che di più Alto si possa immaginare: DIO. Ma tutto tace.
Noi del Comitato “Prolife Insieme” invece non vogliamo tacere e non smetteremo mai di dichiarare pubblicamente il nostro disappunto verso queste blasfemie, non tanto per difendere la nostra dignità di cristiani quanto per dare onore e gloria a Gesù Cristo, che si è fatto crudelmente Crocifiggere solo per noi, perché ci ama e ci vuole salvare.
Ed ecco che mi sembra di sentire le parole di qualche giornalista o direttore che, risentito dal fatto di vedere menzionato il Nome di Gesù – oggi pubblicamente impronunciabile – rivendica con fierezza la sua laicità.
Ma questa scusa non basta a riparare alle offese.
Infatti proprio a causa di questo ritornello della laicità dello stato, oggi ci troviamo bersagliati continuamente da immagini, canzoni, film e persino cartoni animati offensivi e blasfemi. Un bombardamento mediatico su tutti i fronti, una vera e propria battaglia contro la vita, la famiglia e quindi contro il vero Amore.
E quando paro di vero Amore non parlo di sesso come oggi si potrebbe comunemente pensare, ma di sacrificio, rinuncia, condivisione anche dei fallimenti, non solo dei godimenti come invece ci inducono a credere.
Molti giornalisti così come molti politici seguono solo le mode per avere più consensi o più lettori, ma le ideologie sono solo passeggere e foto oscene come questa che oggi – forse – aumentano il business, resteranno una macchia indelebile, una caduta di stile.
Il nostro invito come “Prolife Insieme” è di smettere di combattere la vita perché non importa quanto sia grande la nostra dialettica, è sempre lei ad avere l’ultima parola. E di fronte al Mistero della Vita dovremmo semplicemente imparare ad amare anche ciò che non comprendiamo.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
www.prolifeinsieme.it