L’analisi. Confusi, incerti e maschilisti. La deriva dei giovani padri
https://www.avvenire.it/famiglia/pagine/confusi-e-maschilisti-la-deriva-dei-giovani-padri
Egregio Direttore,
Mi consenta di replicare all’articolo sui padri a firma Luciano Moia.
In primo luogo sono sempre commosso e grato ad Enti pubblici europei e nazionali per la squisita attenzione prestata alle famiglie ed al rapporto di coppia genitoriale, mentre contemporaneamente l’Unione Europea stanzia milioni di euro per parità di gender LGBT+, linee guida per educazione sessuale scolastica ai fini di promuovere “gioco del dottore, masturbazione, contraccezione, diritto al procurato aborto” (1), ipotizza di imitare la Francia nell’includere il “diritto al procurato aborto” nella sua costituzione, per la quale ha rifiutato l’indicazione di Benedetto XVI riguardo alle innegabili radici Cristiane dell’Europa.
Certamente il progetto europeo EMinC Engaging Men in Nurturing Care Initiative – il coinvolgimento del padre nei primi Mille giorni, coordinato da ISSA – International step by step association, elaborato da Equimundo e rilanciato in Italia dal CNB, Centro per la salute delle bambine e dei bambini, avrà visto l’impegno disinteressato di nobili esperti, i quali avranno rimesso di tasca propria pur di fornire un rapporto, utilissimo non si sa per chi e per che cosa, che verrà letto sì e no dai suoi stessi redattori. Un mio amico che ha lavorato in un Ente pubblico, che sovvenzionava pubblicazioni di persone connesse ai partiti al potere, riferiva che gli scatoloni di tali pubblicazioni finivano poi a far polvere negli scantinati. Situazione analoga alle produzioni cinematografiche, sovvenzionate con 1,7 miliardi di euro dai precedenti governi qui in Italia, ed atte ad attirare nelle sale cinematografiche poche decine di persone.
Nel suo sito Equimundo: Center for Masculinities and Social Justice ovviamente Centro per la Mascolinità e la Giustizia Sociale “si impegna a di promuovere l’uguaglianza di genere e a creare un mondo libero dalla violenza”; è sovvenzionato da Melinda Gates. Tenuto conto degli scandali di cui sono protagonisti Bill e Melinda Gates, si può legittimamente dubitare che questi siano i reali scopi di Equimundo. Il termine “uguaglianza di genere” fa riferimento all’ideologia geneder LGBT+, che infatti il sito appoggia: https://www.equimundo.org/youth-living-peace-project-addresses-gender-rio-de-janeiro-schools/ . Dal sito riportiamo quest’aurea affermazione: «Noi di Equimundo crediamo che l’aborto sia un diritto umano e concordiamo con gli organizzatori della Giornata Internazionale per l’Aborto Sicuro , secondo cui “l’aborto sicuro e accessibile è un bene sociale inestricabile da questioni più ampie di uguaglianza e giustizia sociale”. Come osservato nel recente rapporto della Commissione Guttmacher- Lancet , l’aborto sicuro è un pilastro fondamentale di una piattaforma completa per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi. Questa include il diritto delle donne di scegliere se e come un partner maschile sia incluso nelle loro decisioni e nei servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva.» https://www.equimundo.org/international-safe-abortion-day-new-research/
L’articolo prosegue: «La credenza tradizionale più persistente riguarda quello che la ricerca definisce “essenzialismo biologico”, con il 29% delle donne e il 32% degli uomini italiani che concordano sul fatto che le differenze biologiche rendano le donne più adatte alla cura.» La ricerca vorrebbe così negare l’effettiva e comprovata differenza biologica tra le attitudini dei due sessi, mentre l’obiettività scientifica comprova che il cervello e le sue percezioni sensoriali differiscono tra uomo e donna, sono influenzati fin dal grembo materno dalla diversa genetica e dagli ormoni diversamente presenti, cosicché il cervello femminile è maggiormente influenzato dall’emisfero destro e dalle afferenze uditive e tattili, mentre quello maschile dall’emisfero sinistro e dalle afferenze visive. Forse questi esperti dovrebbero studiare un po’ di fisiologia prima di autodefinirsi tali.
I dati derivanti da una ricerca non possono essere assunti come tali, ma devono essere valutati e criticati nelle loro componenti. Come è stata effettuata la campionatura degli intervistati? Qual è l’ampiezza del campione? Quali strumenti sono stati usati per l’intervista? Come è stata proposta l’intervista? In realtà a monte di una ricerca in ambito sociale si pongono l’ideologia dei ricercatori e che cosa implicitamente essi vogliano dimostrare: questi atteggiamenti minano di per sé la validità della ricerca. Stalin vorrà sempre dimostrare che i suoi piani quinquennali sono il toccasana per la crescita economica e rendono felici ed entusiasti i sovietici. Il fatto che questa Indagine sullo stato della paternità in Italia, Spagna e Portogallo sia stata effettuata appunto in Italia, Spagna e Portogallo mostra a priori che nell’Unione Europea esiste un preconcetto discriminativo avverso a queste Nazioni, mediterranee e un tempo Cattoliche, rispetto all’ipocrita autocertificata superiorità del Nord Europa di matrice protestante.
Si può immaginare che dalla presentazione dell’Indagine sullo stato della paternità in Italia, Spagna e Portogallo sia emersa la necessità inderogabile di avviare nelle scuole una intensa “educazione sessuale ed alla affettività” affinché l’Italia si adegui agli standard delle Nazioni più progredite: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, dove dagli anni Cinquanta del secolo scorso impera l’ “educazione sessuale ed alla affettività”, democraticamente imposta a tutti nelle scuole. L’Italia potrà così raggiungere i brillanti risultati della sessualizzazione precoce, che ha portato queste Nazioni a registrare un numero impressionante di stupri e di violenze domestiche e sessuali, delle quali la Svezia vanta il primato, e tassi di abortività del 20,8% (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo: 5,4/mille donne in età fertile). (2)(3)
Ogni coppia trova i suoi equilibri con modalità diverse anche nel tempo. Se una significativa percentuale di donne non ha lavoro fuori dalle mura domestiche per molteplici motivi, in primo luogo perché le condizioni di lavoro non vengono adattate alle necessità delle famiglie, appare logico che molti mariti siano costretti a sottoporsi alle fatiche di doppi lavori, cosicché il loro impegno domestico risulta inevitabilmente limitato per motivi di tempo disponibile e di fatica accumulata. Le famiglie italiane sono state depauperate dalla riduzione degli assegni familiari, ridotti ad un obolo; dall’aggravio di spese inutili per la scuola statale dell’obbligo, dove proliferano testi scolastici costosi e continuamente cangianti; dalla eliminazione dei dazi commerciali posti a protezione delle produzioni interne; dalla delocalizzazione delle produzioni industriali in paesi dove la manodopera viene mantenuta a bassissimo costo poiché priva di giuste tutele; dall’importazione selvaggia di cosiddetti migranti, che nel migliore dei casi (quando cioè non delinquono) costituiscono manodopera a basso costo.
Tra le situazioni cui ho assistito durante la mia professione vorrei ricordare questa: la secondogenita di una coppia in epoca neonatale era stata colpita da una meningite destruente, che l’aveva lasciata con gravi lesioni cerebrali, incapace di comunicare e di reggersi neppure seduta; era assolutamente impossibile inserirla in un qualsiasi tipo di scuola. La madre era così provata dal dolore da quasi non sapere reagire. Mentre la madre si recava al lavoro e il primogenito a scuola, il padre, un artigiano, aveva attrezzato un camper e portava la bambina sempre con sé anche quando passava per lavoro da una casa ad un’altra casa.
La partecipazione del marito alla famiglia, però, non può essere valutata esclusivamente in base al disbrigo di faccende domestiche, bensì riguarda l’azione educativa sui figli e spesso affronta compiti burocratici (condominio, dichiarazione dei redditi, etc), che in genere la moglie delega appunto al marito.
Se si tagliassero i lauti contributi miliardari, che l’Italia eroga ad istituzioni internazionali inutili e perniciose come ONG di ogni tipo, ONU, OMS e loro satelliti; se non si dedicassero miliardi di euro alla costruzione ed alla gestione di asili nido; se non si dissipassero fondi pubblici per la famigerata e fallimentare “educazione sessuale e all’affettività” nonché per servizi igienici gender; allora si potrebbero coprire i costi di maggiori periodi di congedo parentale con soddisfazione dei bambini, delle madri, dei padri, e si potrebbe restituire a tante famiglie maggiore autonomia economica.
In tutto l’articolo non si fa mai cenno all’insegnamento di N.Signore Gesù Cristo, ripreso da San Paolo (es: Col. 3, 18-21) e dal Magistero Ecclesiastico. Qui mi limiterò a citare: “25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola… 28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie, ama se stesso.” (Ef. 5, 25-26 e 28).
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
www.prolifeinsieme.it
1) Cfr il farraginoso documento: Standard per l’Educazione Sessuale in Europa. Colonia 2010 dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA Bundeszentrale fur Gesundhaitliche Aufklarung Centro federale per l’Educazione alla Salute: Standard per l’Educazione Sessuale in Europa. https://whocc.bioeg.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/BZgA_GuidanceImplementation_Italian.pdf
2) Epicentro di Istituto Superiore della Sanità https://www.epicentro.iss.it/ben/2001/aprile/2#:~:text=L‘incidenza%20del%20fenomeno%20%C3%A8,%2C9%20per%201%20000).
3) AI Overview https://www.google.com/search?q=tasso+di+abortivit%C3%A0+in+svezia+oggi&oq=tasso+di+abortivit%C3%A0+in+svezia&aqs=chrome.1.69i57j33i160.8044j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8
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