In UK aborto fino alla nascita: la riflessione di Don Francesco Giordano

Martedì 16 giugno 2025 la Camera dei Comuni, la camera bassa del Parlamento britannico, ha approvato una legge sull’aborto quasi-natale e si prevede che venerdì 20 giugno 2025 (il giorno dopo il Corpus Domini) seguirà una legge sul suicidio assistito.

La NPR lo riporta così:

Con un voto schiacciante martedì scorso, i legislatori della Camera dei Comuni hanno approvato una nuova legge che impedisce alle donne in Inghilterra e Galles di essere indagate, arrestate, perseguite o imprigionate per aver interrotto la propria gravidanza, indipendentemente dal termine o dal trimestre in cui si trovano. Il voto è stato di 379 a 137…

Uno dei casi più famosi di donne perseguite è quello di Nicola Parker, che ha partorito un bambino nato morto in casa, al culmine della pandemia COVID-19, dopo aver assunto un farmaco abortivo prescritto da un medico per telefono quando era incinta di circa 26 settimane. Al processo, ha detto ai giurati che pensava di essere solo di sei settimane. È stata arrestata, incarcerata e infine assolta il mese scorso.

“La nuova legge riconosce che queste donne hanno bisogno di assistenza e sostegno e non di essere criminalizzate”, ha dichiarato l‘autrice di un emendamento alla nuova legge, la deputata Tonia Antoniazzi, definendo la vecchia legge “obsoleta” e “vittoriana”.

Altri sostengono che la nuova legge non si spinge abbastanza in là.

La settimana scorsa, il 13 giugno 2025 (festa di Sant’Antonio da Padova e di un’apparizione della Madonna di Fatima, quando la Madonna ci chiese di pregare “O mio Gesù…”), Israele ha lanciato missili intercontinentali a 1500 km di distanza, mirando a siti di Teheran, in Iran, e l’Iran ha risposto il giorno successivo. Trovo profondamente ironico che, mentre si alza lo spettro della guerra, si intensifichino leggi sull’aborto di questo tipo. Mi viene in mente Madre Teresa di Calcutta, che quasi mezzo secolo fa, ricevendo il Premio Nobel per la Pace il 17 ottobre 1979, fece un toccante collegamento tra l’aborto e la guerra, affermando che finché ci sarà l‘aborto, ci sarà la guerra.

Il governo britannico ha ampliato i confini entro i quali è possibile interrompere la gravidanza di un bambino nel grembo materno. Quello che prima era un periodo di sei mesi ora è vicino alla nascita. Questo crea un pericoloso precedente, lasciando intendere che presto potrebbero emergere definizioni arbitrarie, consentendo il tipo di infanticidio suggerito in modo controverso da Peter Singer nel suo libro Etica pratica, pubblicato per la prima volta nel 1979. Cosa succederà in seguito? Quali altre giustificazioni arbitrarie creerà la società per sancire l’eliminazione della vita? In un simile contesto, ci si può sentire veramente al sicuro?

Questi sviluppi ci portano a confrontarci con i confini che definiscono la vita e la morte. Cosa significa essere umani? L’intreccio di questioni riguardanti l’aborto, il suicidio assistito e le implicazioni del conflitto evidenzia un preoccupante paradosso nei valori della nostra società. Come risuonano le parole di Madre Teresa, dobbiamo impegnarci in un dialogo aperto e compassionevole su questi temi complessi. Le definizioni di vita devono essere affrontate con attenzione, empatia e un impegno costante a sostenere la dignità di ogni persona umana. In questo contesto siamo invitati a considerare queste domande essenziali, sollecitando un’esplorazione più profonda dei nostri valori collettivi e della nostra etica in un mondo in cui la santità della vita sembra sempre più precaria.

Rev. Fr. Francesco Giordano, STD

https://www.npr.org/2025/06/18/g-s1-73294/uk-parliament-bans-women-prosecuted-late-term-abortion