Femminicidi: l’inutilità dei corsi di ed.sentimentale nelle scuole

Contro i femminicidi serve davvero l’educazione sentimentale nelle scuole?

Gent.mo Direttore,
giustamente il Professeor Minaldi rileva che in Germania e in Francia, dove l’educazione sessuale è stata obbligatoriamente imposta nelle scuole (dal 1968 e rispettivamente dal 2001) i cosiddetti femminicidi siano il doppio e rispettivamente quattro volte più numerosi che in Italia. In Svezia, luminosa promotrice dell’ “educazione sessuale scolastica” fin dal 1950, il 30% delle donne subiscono violenze domestiche, come è costretta ad ammettere una innamorata del sistema svedese.
Nel 2002 la Germania ha legalizzato la prostituzione e da allora si è ridotta a “bordello d’Europa”: la legalizzazione ha prodotto una gigantesca industria del sesso con più di un milione di uomini che ogni giorno frequentano i bordelli e “fanno uso” di quelle povere donne. E’ facile immaginare la ripercussione sociale di una simile deplorevole abitudine inculcata negli uomini. Così se proprio oggi in Europa si assiste all’incremento di varie forme di violenza (dalla predazione sessuale sui minori alla violenza sessuale sino allo stupro, dal bullismo al cyberbullismo, dal mobbing alla induzione al suicidio), la logica dimostra che la violenza deriva ed è incentivata proprio dalla sessualizzazione precoce di bambidi e di adolescenti, dalla “disponibilità contraccettiva” a causa della quale adolescenti e donne sembrano essere considerate tutte al pari di prostitute.
Poiché ogni intervento di sanità pubblica richiede la verifica della sua efficacia, se poi si considera la prevenzione delle gravidanze indesiderate, Epicentro di Istituto Superiore della Sanità riporta che il tasso di abortività in Svezia è del 18,7%
https://www.epicentro.iss.it/ben/2001/aprile/2#:~:text=L’incidenza%20del%20fenomeno%20%C3%A8,%2C9%20per%201%20000).

e AI Overview addirittura del 20,8% per le donne di età 15-44 anni, comprese quindi le adolescenti.
https://www.google.com/search?q=tasso+di+abortivit%C3%A0+in+svezia+oggi&oq=tasso+di+abortivit%C3%A0+in+svezia&aqs=chrome.1.69i57j33i160.8044j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8
In Francia, altra patria dell’educazione sessuale scolastica, il procurato aborto è libero da 50 anni con questi brillanti risultati: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 202; con un tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo: 5,4/mille donne in età fertile).
I programmi di “educazione sessuale e all’affettività” scolastica, avviati fin dagli anni Cinquanta in Svezia, Regno Unito, Francia, hanno dunque fallito negli scopi dichiarati di evitare comportamenti asociali, gravidanze indesiderate, procurato aborto, malattie infettive sessualmente trasmesse: tale fallimento è noto da tempo immemorabile, ma viene opportunamente occultato. Essi nella realtà spesso veicolano soltanto contenuti ideologici su contraccezione, aborto, omosessualità, transessualità, nomadismo sessuale. Espongono i bambini a sessualizzazione precoce, li inducono ad interessarsi alla pornografia, alla quale purtroppo internet offre facile accesso con conseguenze perniciose a qualsiasi età. Pornografia, prostituzione, droga sono poi strettamente collegate: il mercato della pornografia attira e sfrutta, con enormi introiti, giovani uomini e giovani donne che si prostituiscono, anche per accedere alla droga: tanti di questi infelici chiudono la loro triste esistenza col suicidio.
L’art.30 della Costituzione stabilisce che “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.” In Italia si evidenzia che il 70% dei genitori intende ragionevolmente occuparsi in prima persona delle citate questioni nell’intimità domestica e con la delicatezza necessaria allo sviluppo del singolo bambino/adolescente. Ma anche nell’eventualità che alcuni genitori acconsentissero a delegare alla scuola questo loro precipuo compito, in base alla Legge 107/2015 la scuola sarebbe tenuta a propone ai genitori i Progetti Formativi PTOF e POF comprendenti attività d’istituto, integrative, extracurriculari nonché PEC Patto Educativo di Corresponsabilità: il Dirigente Scolastico sarebbe tenuto a sottoporre alla firma dei singoli Genitori tutti e tre questi documenti con esposizione particolareggiata dei progetti.
Dobbiamo anche formulare il quesito: Perché dovremmo affidare noi stessi e i nostri figli a psicologi o ad altre figure estranee? Chi li sceglie? In base a quali requisiti? In base a quali parametri di etica e di morale?
Quanto costano in termini di tempo impegnato questi fallimentari e controproducenti interventi di “educazione sessuale”? Quali stipendi incassano gli operatori coinvolti? E quanto costano in termini di denaro pubblico?
Sarebbe ora di parlare di rispetto per tutti, di rispetto per il proprio corpo, e di amore vero, anziché di sesso brado.

Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it