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Gent.mo Direttore,
la Dr.ssa Flavia Restivo sostiene la strenua necessità di “educazione sessuale e all’affettività” scolastica. Ma ogni intervento di sanità pubblica richiede la verifica della sua efficacia. In Svezia, scrive la Dr.ssa Restivo, “negli anni Trenta veniva promosso l’uso dei contraccettivi e legalizzato l’aborto” e dal 1955 la citata “educazione sessuale e all’affettività” veniva imposta nelle scuole (sottolineo: imposta, il contrario della decantata democrazia): risulta forse che la Svezia abbia poi ottenuto idilliaci risultati derivanti dall’«iniziare presto»?. In Francia, altra patria dell’educazione sessuale scolastica, il procurato aborto è libero da 50 anni con questi brillanti risultati: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 202; con un tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo: 5,4/mille donne in età fertile).
I programmi di “educazione sessuale” scolastica, avviati fin dagli anni Cinquanta in Svezia, Regno Unito, Francia, hanno fallito negli scopi dichiarati di evitare comportamenti asociali, gravidanze indesiderate, procurato aborto, malattie infettive sessualmente trasmesse: tale fallimento è noto da tempo immemorabile, ma viene opportunamente occultato. Essi spesso veicolano soltanto contenuti ideologici su contraccezione, aborto, omosessualità, transessualità, nomadismo sessuale. Espongono i bambini a sessualizzazione precoce, li inducono ad interessarsi alla pornografia, alla quale purtroppo internet offre facile accesso con conseguenze perniciose a qualsiasi età. Pornografia, prostituzione, droga sono poi strettamente collegate: il mercato della pornografia attira e sfrutta, con enormi introiti, giovani uomini e giovani donne che si prostituiscono, anche per accedere alla droga: tanti di questi infelici chiudono la loro triste esistenza col suicidio.
Se proprio oggi si assiste all’incremento di varie forme di violenza (dalla predazione sessuale sui minori alla violenza sessuale sino allo stupro, dal bullismo al cyberbullismo, dal mobbing alla induzione al suicidio), la logica dimostra che la violenza deriva ed è incentivata proprio dal venir meno da quei sani modelli di relazioni familiari, che costituivano la normale educazione in una società ben ordinata e responsabile, che non sentiva e non aveva nessuna necessità di corsi specifici e di psicologi.
Anche nell’eventualità che alcuni genitori acconsentissero a delegare alla scuola questo loro precipuo compito, in base alla Legge 107/2015 la scuola sarebbe tenuta a propone ai genitori i Progetti Formativi PTOF e POF comprendenti attività d’istituto, integrative, extracurriculari nonché PEC Patto Educativo di Corresponsabilità: il Dirigente Scolastico sarebbe tenuto a sottoporre alla firma dei singoli Genitori tutti e tre questi documenti con esposizione particolareggiata dei progetti. Progetti ai quali la stragrande maggioranza dei Genitori è giustamente, ragionevolmente avversa. L’art.30 della Costituzione stabilisce che “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.” E infatti il 70% dei genitori intende occuparsi personalmente delle citate questioni nell’intimità domestica e con la delicatezza necessaria allo sviluppo del singolo bambino/adolescente.
Dobbiamo anche formulare il quesito: Perché dovremmo affidare noi stessi e i nostri figli a psicologi o ad altre figure estranee? Chi li sceglie? In base a quali requisiti? In base a quali parametri di etica e di morale?
Quanto costano in termini di tempo impegnato questi fallimentari e controproducenti interventi di “educazione sessuale”? Quali stipendi incassano gli operatori coinvolti? E quanto costano in termini di denaro pubblico?
Se pensiamo ad un titolo adatto per questi argomenti, a parer mio sarebbe: “E’ ora di parlare di rispetto per tutti, di rispetto per il proprio corpo, e di amore vero, anziché di sesso brado”.
Dott.Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
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