Egregio Direttore,
le chiedo cortesemente di replicare all’ articolo” Rivoluzionarie contro il patriarcato”. https://rivoluzione.red/verso-l8-marzo-rivoluzionarie-contro-il-patriarcato/
Mi è capitato di leggere in questi ultimi giorni,sia l’articolo, sia il programma del partito comunista rivoluzionario,di cui, il primo è la chiara espressione.
L’ autore ha molte rimostranze da fare: contro il governo attuale ( facendo nomi e cognomi) che sarebbe a suo dire,sessista e razzista; contro gli antiabortisti che accederebbero ai fondi PNRR nei consultori; contro i centri antiviolenza, gestiti perlopiù da privati; infine, contro i presidi repressivi e oppressivi nei confronti delle studentesse.
Apparentemente questi attacchi sarebbero in difesa delle donne.
La domanda che emerge è: chi sono queste donne e soprattutto, che idea di queste hanno coloro che si premurano di definirsi rivoluzionari?
Il movimento femminista, nato più di cinquanta anni fa, appartiene ad una cultura ormai obsoleta e anacronistica. Quanti danni ha prodotto questa cultura?
Ha innanzitutto distrutto il tessuto sociale attaccando le famiglie con le leggi sul divorzio e l’ aborto, con l’ intento dichiarato di difendere le donne dallo strapotere degli uomini e ora che non resta nulla da abbattere, s’inventa il PATRIARCATO.
Il patriarcato , cioè la guida maschile della famiglia, diventa il nuovo bersaglio del femminismo. La lotta a questo” male” ha l’ evidente scopo di mettere fuori gioco gli ultimi simboli di ordine rimasti in piedi nella società.
Non viene più nominato l’ uomo, perché questi è stato soppiantato da uno pseudo “TOTEM donna” che odia se stessa per il semplice fatto di essere in grado di dare la vita.
Mi permetto di rifuggire da questa aberrante idea di donna che divora se stessa e i suoi figli.
Una sorta di dea pagana a cui tutto viene sacrificato secondo una ideologia di morte!
Ormai la nostra società è invasa da simili teorie che, complice la tecnologia, si sono diffuse a tutti i livelli, plasmando le menti dei giovani e, tutto ciò, traspare dal programma politico che ne è l’ espressione: si chiedono più consultori, dove praticare IVG farmacologiche e chirurgiche; l’ abolizione dell’ obiezione di coscienza per il personale sanitario; l’ espulsione delle associazioni antiabortiste dalle istituzioni ; e infine, l’ attivazione di corsi di educazione sessuale che,come tutti sanno, avrebbero lo scopo di fare passare l’ ideologia gender per confondere i ragazzi sulla loro identità sessuale biologica.
Credo che ormai sia tempo di abbandonare questi proclami e movimenti, il cui scopo è proprio la distruzione dell’ essere umano, e invocare finalmente un nuovo umanesimo, dove l’ uomo e la donna possano rialzarsi ed essere messi al centro, e insieme a questo, venga riscoperto il valore della VITA e il rispetto di essa dal suo sorgere alla sua fine naturale.
Per edificare una nuova società che possa garantire un futuro che infonde fiducia ai nostri giovani.
Questo sarebbe un vero atto rivoluzionario, se ne prenda coscienza!
Maria Cariati. Insegnante
Comitato “ Pro-life insieme