Aborto, il giorno dopo…dolore o gioia? I Pro-life rispondono

https://napoli.corriere.it/notizie/politica/25_febbraio_07/gilda-sportiello-vi-racconto-perche-il-giorno-dopo-il-mio-aborto-e-stato-uno-dei-piu-belli-della-mia-vita-74af8ef7-7b8b-4004-beaa-68f37a9aexlk.shtml

https://www.leggo.it/politica/news/gilda_sportiello_aborto_giorno_piu_bello_vita_deputata_m5s_mamma_oggi_7_2_2025-8642858.html

https://www.korazym.org/109668/il-giorno-in-cui-si-sopprime-una-vita-nel-nome-della-liberta-puo-essere-uno-dei-piu-belli-della-propria-vita/

Egregio Direttore,
Invio a nome del Comitato “ Pro-life insieme “ le reazioni alla lettura delle dichiarazioni dell’On. Sportiello, scritte dagli amici che ogni giorno si spendono per affermare i diritti del bambino non nato. Il desiderio è che si faccia piena luce sulla verità dell’aborto, che è sempre e comunque l’omicidio di un innocente indifeso.

* L’onorevole Sportiello ha dei figli attualmente vivi, chiediamo quindi anche a loro che cosa ne pensano del loro fratello o sorella mai nato perché volontariamente abortito dalla loro madre?

Per equità dovremmo chiederlo anche al bambino mai nato, ma sfortunatamente non è possibile su questa terra.

L’onorevole Sportiello definisce violento chiunque ponga limiti alla libertà della donna. Eppure tutta la vita umana, sia come singoli che come società, è piena di limiti, le leggi stesse che ogni giorno si votano in Parlamento sono fatte per limitare qualcosa o qualcuno. Tutti violenti? O forse più semplicemente i limiti servono a tutelare dei beni? E quale bene più grande della vita di un bambino piccolo piccolo nella pancia della mamma? Certo, se la madre stessa non lo difende come è sua precisa responsabilità insieme al padre, chi mai potrà farlo? Ma lo Stato può e deve fare di tutto per provarci.

E no! cara Onorevole, la differenza non è e non può essere avere il controllo, che in questo caso è il potere di vita o di morte sui propri figli prima che nascano.

Un figlio non desiderato non vale di meno di un figlio desiderato. Un uomo non vale in base al valore che gli altri gli attribuiscono, così ragionavamo i razzisti e i nazisti.

E no! cara Onorevole, l’aborto procurato non è un atto medico, perché non cura nessuno, risolve un problema di due adulti (il padre e la madre) uccidendo il figlio prima che faccia capolino nel mondo, e la sua presenza già reale dal primo istante del concepimento diventi evidente a tutti.

Cara Onorevole Sportiello, lei oggi desidera essere riconosciuta donna senza per forza essere madre. Ma tutte le donne sono madri, è proprio questo ciò che significa essere donna. … Così come ogni uomo maturo è padre, perché è questo ciò che significa essere uomini. Non sempre biologicamente, ma sempre psicologicamente e spiritualmente. Anche lei, Onorevole, chissà forse da nonna, lo capirà e finalmente non si sentirà più giudicata da nessuno, perché una mamma non teme nulla se non per la vita dei suoi figli.

Dott. Roberto Festa. Medico di Famiglia. Loreto

* Carissima Gilda ,
perdonami il carissima ma mi sento di dirtelo con il cuore, carissima perché potresti essere me stessa in un altro periodo della mia vita ,carissima perché sono una madre  attempata e potresti essere mia figlia  , carissima perché sei mia compagna di viaggio in questa avventura su questa terra. A scuola mi hanno insegnato che la libertà è relativa, non è un concetto assoluto ,finisce dove inizia la libertà dell’altro. Nelle tue parole io leggo voglia di riscatto, il volersi erigere a difensore di cause universali, la voglia di essere in qualche modo riconosciuta  in questa tua battaglia. In questo contesto di vita e di morte non ci sono né vincitori né perdenti .  Non è una lotta tra il bene e il male, tra buoni e cattivi. Nessuna condanna. La vita è così difficile così com’è.
Cara Gilda alla fine dei conti ognuno sceglie per sé , una cosa è legittima : dare ad ogni donna che decide di abortire di scegliere in verità e  in modo consapevole. Vedere dal monitor di un ecografo la verità di quello che porti in grembo è un aiuto a scegliere in tal senso. Negare questa possibilità ad una donna che vuole abortire ha il senso di una manipolazione e questo non è giusto ,non  ci rende liberi ma succubi delle ideologie e se qualcuno  chiama in causa i sensi di colpa, voglio ricordargli che i sensi di colpa si provano quando si fa qualcosa contraria alla propria volontà.
Il combattimento cui fai accenno nel tuo libro, che precede l’aborto,è la lotta interiore tra quello che si deve fare e quello che si vuole fare. Come si può parlare di felicità quando si è divisi in sé stessi, quando il dovere e il volere non coincidono?

Dott. Isabella Di Giovanna. Psicologa

* L’affermazione “Ho il controllo della mia vita” esprime un’illusione profondamente radicata nel cuore dell’uomo moderno, convinto di poter dominare il proprio destino con la sola forza della volontà e dell’intelligenza. Tuttavia, Gesù stesso ci mette in guardia da questa presunzione, ricordandoci che il nostro potere è limitato, persino sulle cose più semplici.
Nel Discorso della Montagna, il Signore dice:
“Non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di fare bianco o nero un solo capello.” (Mt 5,34-36)
Queste parole rivelano la nostra radicale dipendenza da Dio. Se non possiamo nemmeno decidere il colore di un capello, come possiamo pensare di avere il pieno controllo della nostra vita? Il Signore ci invita a riconoscere la nostra fragilità e a vivere nella fiducia filiale, affidandoci alla sua Provvidenza.
L’illusione del controllo genera ansia e inquietudine, mentre l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio porta pace e libertà. Non si tratta di fatalismo, ma di un atteggiamento di umiltà e di fede: fare il possibile con responsabilità, ma riconoscere che l’ultima parola non spetta a noi, bensì al Padre che ci ama e guida ogni cosa per il nostro bene.

Don Andrea

* Cara Gilda Sportiello,
ho letto la tua intervista on line in cui si parla anche di un tuo libro nel quale definisci il giorno successivo ad un tuo aborto volontario ” uno dei più belli della tua vita….”
Ma come può essere, dico io, il giorno successivo all uccisione del tuo bimbo nel tuo grembo, uno dei più belli?
Tu ti definisci madre( per scelta), dici di aver sofferto per un aborto naturale x un figlio che volevi…..ma perché, secondo te, esistono I figli di serie A e quelli di serie B ?
Cosa è che fa di un bimbo concepito nel nostro ventre un figlio nostro, il nostro volerlo o meno?
No, cara Gilda Sportiello, un figlio è nostro figlio anche se noi non lo ” volevamo”, un figlio è nostro in quanto concepito….è carne della nostra carne e ossa delle nostre ossa, non ha chiesto nulla ma si ” affida” unicamente a noi per esistere ed è per questo che lo si ama incondizionatamente…..

Dott. Anastasia Caputi. Psicologa Psicoterapeuta

* Signora onorevole,
Mi fa male al cuore vedere il solo titolo del suo libro e prego perche’ Lei possa ricevere luce su quanto fatto e su quanto detto e scritto.
Non e’ la prima donna che chiede allo Stato di “liberarla” da suo figlio e noi in quanto cittadini di questo Stato e di questa umanita’ restiamo sempre responsabili di uccisioni di nostri fratelli in umanita’, finanziate perdipiu’ dalle nostre tasse.
E’ evidente che l’aborto e’ la soppressione di una vita umana (in ogni luogo e in ogni tempo) e che questo figlio non smettera’ di esistere (soprattutto nell’inconscio) solo perche’ gli e’ stato impedito di nascere. Lei ha una grande responsabilita’ data dal suo ruolo istituzionale, ma soprattutto la responsabilita’ di dare un senso alle parole “accoglienza, rispetto, inclusione, sessualita’ responsabile”: valgono per ogni figlio o soltanto per quelli voluti?

Prof. Mariantonietta Pini

* La deputata dei 5 stelle, Gilda Sportiello, ha sentito forte il bisogno di raccontare di come il giorno in cui ha abortito sia stato uno dei più belli della sua vita.
E lo ha urlato attraverso le pagine del suo libro in cui condanna lo stigma sociale derivante da chi decide di mettere fine ad una gravidanza.
Lei ha abortito ed è stata felice di farlo e specifica
inoltre che ci sia all’attivo parecchia letteratura in cui si porta alla luce questa liberazione, ossia il racconto di donne “felicemente liberate da questo ingombrante fardello”.

È evidente che, chi non crede al potenziale di vita racchiuso nell’ embrione, a questa forza già vitale con un cuore che batte fin dalle prime settimane, possa arrivare a questa conclusione ossia: non poniamo limiti alla libertà della donna.
Il focus è puntato sulla libera scelta di una persona e non importa se questa scelta porta dietro sé la morte non solo del bambino, perché di questo stiamo parlando, di un bambino, ma anche di tutte le persone coinvolte in questa decisone.
Dal padre, ai familiari e non da ultimo dal personale sanitario che, secondo la deputata Sportiello, non dovrebbe opporsi a questa pratica anche se la considera omicidio. Anche se la ritiene aberrante, anche se potrebbe lasciare dentro l’anima una voragine ….
Questa libertà non è contemplata, quindi una libertà parziale, che non può essere di conseguenza considerata libertà a tutto tondo.
La deputata in questione però non dà spiegazioni, dice solo “ho scelto in quanto voluto” e già qui ci sarebbe parecchio da obiettare.
Il problema, secondo Sportiello, è che la scelta di una mamma a decidere chi fare nascere non dovrebbe interessare nessuno se non la principale coinvolta.
Punta anche il dito sui Movimenti per la vita, e come non aspettarselo, i quali, poveri ingenui, pensano che un pacco di pannolini e qualche confezione di latte possa bastare a risolvere il problema.
Movimenti che, a parte il colpevolizzare retoricamente su  politiche abitative mancanti, sul precariato, sui grossi problemi che le famiglie devono affrontare ogni giorno, non farebbero azioni di lotta sul campo…
E qui mi viene da sorridere, ma vista la giovane età della signora capisco che abbia un vuoto culturale in questo senso.
Non sto a fare  adesso un discorso di vita spezzata, di libertà calpestate, di giudizi dati gratuitamente ecc ..
Vorrei solo ricordare alla deputata che la sua libertà finisce dove inizia quella di un altro individuo.
Che se lei desidera, come è giusto,  di essere rispettata come donna, lo stesso rispetto lo deve garantire a chi vuole essere rispettato come persona, come professionista.
Se Sportiello non ha un credo che le impedisce di porre fine ad una vita, deve inevitabilmente fare i conti con chi questo credo ce l’ha e non vuole, in nome di una presunta libertà, calpestarlo.
Non è l’essere madre che definisce essere donna. Sportiello lotta contro questo, secondo lei, pericoloso stereotipo sociale che condizionerebbe le scelte delle donne.
Si parla e si definisce solo ed esclusivamente di libertà, non è minimamente presa in considerazione la morte di un bambino perché di questo si tratta.
Ma da chi pensa che quel potenziale sia solo un ammasso di cellule senza vita non c’è da aspettarsi altro… purtroppo
Per non parlare poi degli infiniti problemi da sociali, a morali a culturali a politici che questa scellerata opzione porta con sé.
Evidentemente questo per Sportiello non è importante!

Angela D’Alessandro

* L’ onorevole Sportiello,mi spiace dirlo, ha una visione dell’ essere donna alquanto bizzarra.Parla di libertà da stereotipi ma ne è per prima la vittima. Non vuole essere considerata fragile, scontata, non vuole complimenti; è una visione che sicuramente le verrà dall’ essere stata allevata da femministe. Forse avrà ereditato un conflitto con questa visione della donna.
Ma il problema più grande ce l’ha con il suo corpo, il quale, per essere femminile, ha la prerogativa di generare, quindi perché raccontare a sé  stessa della scelta consapevole di non volere un figlio?
Quello che è grave è che si parli di violenza, invadenza… Non è violento questo modo di urlare dal suo posto privilegiato le sue scelte?
Non è invadente mettere in piazza la sua vita privata ?No, Signora Sportiello, non ci interessa quello che ha fatto…Piuttosto chi ha responsabilità come lei non può permettersi di dichiarare che l’ aborto è un atto medico, alle nuove generazioni( garantito dal SSN).
La gravidanza non è una malattia.
Un aborto è un omicidio di un essere umano!
Un aborto è un atto violento contro un essere indifeso e non c’è nessuna libertà nel praticarlo.
E’ questa la verità, questo è spezzare le catene del silenzio e dello stigma sociale, qui ed ora nel 2025!

Maria Cariati

* L’On. Gilda Sportiello parla di “scelta consapevole di non volere un figlio”. Benissimo: tale scelta consapevole va però attuata prima che la donna resti incinta, cioè prima che  divenga madre, prima che dentro la madre sia già presente un bambino.

Il primo criterio nel giudicare un’azione non è la libertà di scelta, bensì se quella azione sia morale oppure immorale, buona o cattiva, lecita oppure illecita.
Nel caso del procurato aborto chi parla di “libertà di scelta” mette il carro davanti ai buoi, sovverte l’ordine logico del giudizio.
Soltanto quando un’azione è morale, buona, lecita subentra la “libertà di scelta”: soltanto se sono libero da altri doveri, posso scegliere se leggere un libro oppure se fare una passeggiata.
Non esiste la “libertà di scelta” di ammazzare, di violentare, di rubare, di gettare un’automobile a folle velocità. Quindi non esiste neppure “libertà di scelta” di chichessia nei confronti del nascituro.
L’On. Gilda Sportiello ammette il suo dolore per il fatto che una successiva gravidanza desiderata non è andata a buon fine, bensì si è conclusa con un aborto spontaneo. Ma non è forse possibile che questo aborto spontaneo sia stato conseguenza delle lesioni inferte all’utero dal precedente procurato aborto?
L’On. Gilda Sportiello conclude: “Non vorrei la vostra violenza e la vostra invadenza.”  Ma la società deve o non deve tutelare il bambino in utero, come peraltro sarebbe prevista dalla Legge 194/1978? La società deve regredire a prima di duemila anni fa, quando già i nostri antenati nominavano un curator ventris a tutela del nascituro e di sua madre? La società si deve o non si deve occupare e preoccupare della violenza inferta ad un bambino che spezzettato da aborto chirurgico o espulso da aborto chimico?

Dott. Luciano Leone. Pediatra

* Onorevole Sportiello ,
Personalmente mi spiace molto per ciò che ha detto o scritto, logico è una sua opinione come è giusta che sia  averla ma, il  problema nasce quando una idea diventa pubblica , perché si assume una grande responsabilità .
Anche io pensavo di essere libera ,quando decisi a 21anni di abortire  .
E non le dico come ero convinta di impugnare il mio diritto: perché ?
Perché ero libera e nessuno poteva decidere per me .
Ma vede, se solo qualcuno mi avesse fatto capire che ciò comportava il sopprimere(perché di questo si tratta) !

Barbara Cinti

* Considero l’intervista dell’onorevole Gilda Sportiello, apparsa su “napoli.corriere.it” il 7 febbraio c.m., un concentrato di sudditanza culturale ai luoghi comuni, agli slogan vuoti e datati e alla mistificazione del linguaggio del vetero femminismo, assorbito come dice lei stessa dalla nonna e dalla madre, che purtroppo ha fatto due vittime, una madre e il suo bambino.

Con il suo racconto, l’Onorevole, ha piantato la bandiera della banalizzazione dell’aborto che non è null’altro che una scelta, come si può scegliere tra un cono gelato alla fragola o  al cioccolato, tra indossare una gonna o un pantalone; il grande assente, l’Innominato del racconto, è il soggetto della scelta, il bambino, per il quale, sua madre, ha deciso tra la sua nascita e la sua eliminazione.

Se quanto espresso nell’intervista dall’Onorevole corrisponde al contenuto del libro, scritto come dichiarata manifestazione di orgoglio abortista, ci troviamo di fronte al classico repertorio di slogan del vetero femminismo e relativo cortocircuito della ragione, è difficile, infatti, capire come la stessa persona che accusa convintamente di violenza chi cerca di salvare i bambini dall’aborto non si renda conto che l’aborto che lei ha scelto di compiere è un atto di violenza che porta a morte fisica sicura.

L’Onorevole vuole farci credere che l’emotività delle persone dipenda dalla scelta individuale che agisce come un interruttore:se la gravidanza è indesiderata la scelta volontaria di abortire porterebbe alla felicità, se la gravidanza è scelta l’aborto spontaneo procura sofferenza; in realtà, temo che nel cuore dell’Onorevole sia in atto una tragedia per i due bambini che non sono nati, perché come dice lei stessa, l’aborto spontaneo ha riportato in mente quello scelto “in maniera prepotente”.

Nell’intervista è contenuta anche la solita denuncia strumentale dei medici obiettori come ostacolo al libero aborto, nessuno si interroga mai sulle motivazioni che portano all’abiezione di coscienza, neppure la Sportiello, altrimenti dovrebbero affrontare la dura realtà di come si realizza concretamente “la scelta” della “libertà delle donne” “sui nostri corpi”, della macelleria a cui sono costretti i medici, non tutti reggono, per questo è promosso l’aborto chimico, che avviene tramite l’assunzione da parte delle donne di una serie di pillole, grazie al quale si evita il coinvolgimento diretto dei medici con l’intervento chirurgico, in quanto il bambino viene espulso intero dal corpo della madre tramite l’azione chimica.

Dagli articoli che si trovano in rete, sembrerebbe che, pensionata Emma Bonino, l’onorevole Sportiello sia stata scelta come testimonial della campagna pro legge 194 e investita del compito di rilanciare la battaglia a favore dell’aborto, così si spiegherebbe il suo libro su questo tema e il suo intervento in parlamento il 18 aprile 2024, dove con violenza attacca tutti coloro che vorrebbero aiutare le donne nella situazione di una gravidanza indesiderata. La violenza che esprime in quella occasione è il sintomo della tragedia che la Sportiello sta vivendo, perché l’aborto non è vergogna, è tragedia.

Mara Colonello

* Gent. Direttore,
mi permetta di replicare alle dichiarazioni della deputata Gilda Sportiello, da Lei pubblicate sul suo giornale, gravemente orientate a condizionare l’opinione pubblica attraverso la condivisione della sua esperienza personale riguardo alla scelta di abortire, comportamento inammissibile da parte di un personaggio politico.
Innanzitutto la signora si permette di esaltare con toni provocatori un’azione raccapricciante, come di fatto è l’omicidio di una creatura indifesa, quasi fosse un atto di cui essere orgogliosi. È innegabile, e confermato dalla voce di numerosissime donne che purtroppo non hanno la stessa attenzione mediatica di cui gode la deputata Sportiello, che l’aborto è un gesto carico di terribili conseguenze psicologiche per le madri mancate, anche se hanno scelto liberamente di abortire.
Contrariamente a quanto dichiarato, la scelta di liberarsi di un figlio a qualunque età gestazionale, lascia segni incancellabili e inconsolabili sensi di colpa e questo alle donne va detto con chiarezza se si vuole veramente essere dalla loro parte.
Siamo noi donne che scegliamo cosa vogliamo nella nostra vita, se essere madri o se non essere madri. Nessuno ce lo concede o ci dà l’opportunità. È un insulto dirlo”.
Con queste dichiarazioni inoltre si offende pesantemente la sensibilità di tutte quelle donne che sono state vittima di aborto spontaneo, convinte con tutto il cuore di diventare madri, o che desiderano una gravidanza senza riuscirci per motivi indipendenti dalla loro volontà.
La deputata Sportiello invece di far uso della propria storia personale per fare opposizione alla maggioranza di Governo e fingere un coraggio che, viceversa avrebbe dovuto dimostrare nell’accettare il proprio figlio, mostri rispetto per tutte le donne, non solo quelle che si identificano con lei ed eviti, per educazione, di usare toni trionfalistici per mascherare la propria mancanza di umanità.

Quella violenza che attribuisce a chi si batte per la difesa della vita, in realtà sta proprio nelle sue parole. Una violenza esercitata su creature che non hanno scelto di venire al mondo ma sono state chiamate da quelle stesse donne che, una volta scoperta la loro presenza, si arrogano il diritto di decidere se farle nascere oppure no.

Cara deputata Sportiello l’aborto non è un diritto, è un delitto. La donna non decide del proprio corpo ma di quello di suo figlio. E se lei è orgogliosa di aver eliminato il suo bambino abbia almeno la decenza di tenersi per sé questo “trofeo” e non si lamenti se voci contrarie insorgono.
Come lei, tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione e non solo chi abusa di un palcoscenico, come in questo caso ha fatto lei, alla Camera dei Deputati.

Diana Barigelletti

* Da donna e da madre resto veramente sconvolta nel leggere le dichiarazioni dell’ On. Sportiello, che ha rifiutato la caratteristica peculiare e unica del dono della maternità, immiserendola in una questione di “ diritto” personale, di scelta, di affermazione di sé.
Lo stigma sociale, se ancora esiste, va chiamato in altro modo: è senso di colpa, consapevolezza del delitto commesso ai danni del proprio bimbo, vergogna nel riconoscerlo a se stessa, prima di tutto, poi ad altri.
Dal punto di vista educativo, per le nuove generazioni, trovo devastante il messaggio lanciato dall’Onorevole, e temo che questa superficialità possa contagiare menti giovani, ingenue, innocenti, contrastando anche insegnamenti e modelli diversi vissuti in famiglia.
Grave scandalizzare i giovani!
Auspico il senso del pudore, che dovrebbe caratterizzare tutti gli esseri viventi dotati ancora di un briciolo di umanità, unitamente al senso del limite: avere una “ platea” numericamente così importante dovrebbe spingere almeno a prudenza e rispetto degli altri, di chi si trova sbattuta in viso una verità di dolore, con il quale si fatica assai spesso a convivere. Moltissime infatti sono le donne che si pentono e soffrono per l’aborto volontario che hanno vissuto in passato.
La parola chiave non è arroganza, ma compassione, quella che l’Onorevole Sportiello non contempla nel proprio vocabolario dei sentimenti.

Prof. Vittoria Criscuolo.
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “

www.prolifeinsieme.it

https://www.korazym.org/109679/reazioni-alle-dichiarazioni-dellon-gilda-sportiello/