Cortese richiesta di Replica a Centropagina.it
“”***Aborto, Rete Femminista Marche: «È necessario che la pillola RU486 venga somministrata nei consultori pubblici»***””https://www.centropagina.it/ascoli/aborto-rete-femminista-marche-necessario-pillola-ru486-venga-somministrata-consultori-pubblici/
Vorrei partire dalle affermazioni della Rete Femminista Marche in merito alla somministrazione dei farmaci necessari all’ aborto farmacologico all’ospedale Mazzoni di Ascoli : «Non ci basta»
Questo light motive del “non ci basta” sembra quasi una tragica conseguenza della deriva che i movimenti femministi hanno preso nel corso degli ultimi decenni.
Infatti assistiamo ad interventi, da parte dei movimenti che si definiscono in difesa della donna, che risultano quasi dei “capricci” spesso addirittura contro l’interesse più nobile e profondo dell’essere femminile.
Come riportato da numerosa letteratura medica, l’aborto farmacologico non è affatto più sicuro per la donna poiché aumenta i rischi di complicazioni: chi afferma il contrario sicuramente è in conflitto di interessi. Infatti la donna si trova ad affrontare tutto il processo a casa e non in ospedale, quindi priva di supporto medico in caso di emorragia o altre complicazioni e purtroppo spesso si trova anche in completa solitudine ad affrontare lo shock devastante di assistere alla espulsione di una parte di sé, il feto, suo figlio.
La pillola RU486 decantata come una conquista di emancipazione, in realtà rende la tragedia dell’ aborto ancor più banalizzato e semplificato, creando a livello “culturale” una vera e propria battaglia contro il rispetto del Mistero della sacralità della vita.
Addirittura in questo articolo si parla di distribuire la pillola abortiva presso i consultori, ma poi alle femministe non basterà, arrivando forse perfino a pretendere che vengano resi disponibili nei distributori automatici fuori dalle farmacie per preservare la privacy….
Ma la tutela della privacy non ci nasconderà dal guardarci allo specchio ogni giorno e sapere che avremmo potuto fare di più per aiutare quella donna come noi, che era in difficoltà e che noi abbiamo abbandonata ad una scelta non libera in quanto priva di alternative, una scelta obbligata che si trasformerà in un fardello che la renderà sempre più aggressiva, a causa di una lotta interna della quale spesso non subito si prende consapevolezza.
La 194 va cambiata! Per la tutela della maternità
Su una cosa però concordo con la Rete Femminista Marche: la 194/1978 va cambiata! La legge infatti, che è intitolata proprio “tutela della maternità” – non tutela della Ru486….- prevede di offrire aiuto per rimuovere gli ostacoli psicologici ed economici che spingono la donna ad abortire, affinché possa portare avanti la sua gravidanza e sottolinea l’importanza di esercitare una libera scelta consapevole. Come per qualsiasi intervento o terapia medica, è necessario sottoscrivere un consenso informato, anche per l’aborto dovrebbe essere così.
Il medico dovrebbe essere obbligato a proporre (obbligo non per la donna) una ecografia per mostrare la realtà del feto e fare ascoltare il battito del suo cuore. Anche se comporta sempre un certo dolore affrontare la verità, ci permette davvero di essere liberi nelle nostre scelte.
A tal proposito una proposta di legge “Un Cuore che Batte” che ha raccolto 106.000 firme, è depositata in parlamento in attesa di essere discussa.
I risultati di questo radicale cambiamento di prospettiva consisteranno in più donne felici e meno figli rimpianti.
Manuela Ferraro
Poggibonsi ( Siena)
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it