Scuola, trasmissione di saperi o manipolazione dei piccoli?

Egregio Direttore,
mi consenta il diritto di replica all’articolo”Educazione affettiva,le richieste degli studenti al governo”.  https://sapere.virgilio.it/scuola/mondo-scuola/educazione-affettiva-la-richiesta-degli-studenti-al-governo

Secondo l’autrice,la rete degli studenti medi tramite la voce del coordinatore fa presente che attraverso l’ educazione affettiva,la scuola può risolvere la violenza contro le donne e altrettanto potrebbe l ‘ educazione alla sessualità che, per molte famiglie, si sottolinea, sarebbe ancora un tabù.     A tal fine,si auspicano progetti obbligatori dall’ ASILO fino alle superiori, con linee guida e intervento di pedagogisti ed esperti. Più avanti, si afferma altresì che l’ educazione affettiva a scuola contribuirebbe a  contrastare bullismo e cyberbullismo.
Si riporta l’ iniziativa attuata di recente nella Capitale contro le discriminazioni di genere e si sottolinea che in Italia questo tipo di progetti non viene accolto nella scuola pubblica e quindi, tutto ciò che viene fatto in questo senso, è  a carico di privati o presidi di buona volontà.                                         Nelle ultime settimane si continua a discutere di questi argomenti indicandoli come la panacea di tutti i mali che affliggono la nostra società.
Guardando più a fondo la questione, emergono però due fattori molto importanti  sui quali, a mio parere, sarebbe meglio riflettere prima di emettere giudizi affrettati. Uno, è il sondaggio che La Tecnica della Scuola ha condotto poco tempo fa tra insegnanti, studenti e genitori, il quale ha visto una percentuale che supera il 70 per cento dei partecipanti dichiarare il proprio disaccordo con tale possibilità, salvo ammetterla solo dopo aver chiesto ed ottenuto il consenso firmato delle famiglie.
E veniamo al secondo fattore.In Italia l’ educazione affettiva e sessuale spetta alle famiglie, in ottemperanza all ‘art.26 della Dichiarazione Internazionale dei diritti dell’ uomo, che affida a queste la scelta sul tipo di istruzione da impartire ai propri figli, soprattutto riguardo a temi che toccano ambiti così delicati e la sfera dei valori morali di ciascuna.
Lo Stato, pertanto, non può obbligare nessuno a seguire percorsi con personale che certamente non conosce gli alunni così profondamente come i genitori, il loro grado di sviluppo e la loro sensibilità.Detto ciò, quello che sembra emergere da tutto questo discutere, è utilizzare la scusa della violenza sulle donne per mettere sul fuoco un calderone in cui buttare di tutto: bullismo, cyberbullismo, discriminazione contro l’ identità di genere e orientamento sessuale fino ad arrivare alla destrutturazione degli stereotipi di genere.Chiaramente lo scopo di questi percorsi è partire dalle emozioni per arrivare ad introdurre ideologie malsane come quella del gender, approfittando della fragilità  con cui i ragazzi devono fare i conti a questa età per risolvere i compiti evolutivi tipici di questa fase della crescita.
La scuola deve occuparsi di trasmettere il sapere e il rispetto verso tutti.
E ancora, la scuola deve occuparsi di fare nascere nei ragazzi, il senso critico per potersi difendere da qualsiasi condizionamento che possa manipolarli nel futuro; e inoltre, il gusto per la bellezza, la verità e il bene comune, per edificare  una società migliore e senza violenza.
Cordialmente .

Maria Cariati
Insegnante
Comitato “ Pro-life insieme “