Trieste, a scuola si torni a insegnare, non a indottrinare sul sesso

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo https://www.triestecafe.it/it/news/cronaca/educazione-sessuale-alle-superiori-troppo-tardi-sessualita-si-scopre-a-10-anni-video.html

Negli ultimi anni si fa un gran parlare dell’argomento sessualità, orientamento di genere, problemi legati al sesso e via discorrendo.
Talmente tanta è la preoccupazione riguardo a tale cosa  che, secondo molti, dovrebbe diventare disciplina scolastica.
Ci sono già nelle varie figure obiettivo delle scuole insegnanti che si occupano di ciò.
Cercano esperti del settore, prendono contatti con i vari consultori, preparano gli alunni già dalla secondaria di primo grado a questi incontri.

I ragazzi vengono accompagnati dal prof di turno da questi presunti esperti. Gli alunni entrano nella struttura soli, senza gli insegnanti che potrebbero in qualche modo “bloccare” il loro esprimersi….
I genitori non conoscono questi operatori, non sanno niente del vissuto di questa gente dal momento che non l ‘hanno scelta ma solo subita.

Mi chiedo perché un compito così delicato dovrebbe essere lasciato alla scuola.
Perché mai la famiglia dovrebbe essere messa da parte in una questione per la quale dovrebbe avere invece tanta voce in capitolo.
Perché la scuola non si occupa di fare quello per cui esiste? Ossia insegnare.

Tanto di cappello al ministro Valditara che cerca di riportare l’istituzione scolastica nella “retta via” provando a ritornare alla grammatica, all’epica, al latino alla lettura dei testi sacri, storici ecc..

Questo è il compito della scuola: insegnare, fornire gli strumenti culturali necessari ad aprire le menti, non di certo quello di mettere il becco nella sfera privata dei ragazzi.

Viene da sé che se un insegnante si accorge che in un suo alunno esistono problemi di natura sessuale ne parla con la famiglia, la quale ha il diritto/ dovere di intervenire come pensa sia meglio, anche chiedendo aiuto alla scuola, la quale potrà indirizzarla, ma senza imporre modelli culturali.

Ogni struttura ha propri ruoli e questi vanno rispettati senza fare invasione di campo.

Angela D’Alessandro
Bolzano
Comitato “ Pro-life insieme “