Egregio Direttore, mi permetta il diritto di replica all’ articolo” Educazione sessuale, come e da che età affrontarla in famiglia”https://www.corriere.it/salute/figli-genitori/adolescenza/25_gennaio_08/educazione-sessuale-come-e-da-che-eta-affrontarla-in-famiglia-fcea8333-45c5-4828-a283-1ab0f91a0xlk.shtml
L’ OMS e L’ UNESCO hanno pubblicato delle linee guida con cui suggeriscono a pediatri e genitori come affrontare il delicato compito dell’ educazione sessuale. Secondo la dott.ssa Scotese che ne spiega il contenuto, bisogna iniziare molto presto a istruire i bambini, addirittura dai 3/5 anni, epoca in cui si potrebbero insegnare i nomi scientifici delle parti anatomiche anzicche’ i consueti soprannomi. Dai 6/8 anni si può poi, iniziare a rispondere alla domanda su come nascono i bambini mantenendo però il carattere scientifico. A partire dai 9 anni inizia la pubertà ed è appropriato ” accogliere ” i cambiamenti del corpo, ma soprattutto, le emozioni che li accompagnano. Si punta perciò l’ attenzione sull’ accettazione di sé e di quello che si prova, ma molto importante è la prevenzione.
La dottoressa, membro del Sipp, sottolinea che a causa della sempre più precoce età del primo rapporto sessuale, già a 13 anni ma anche prima, bisogna fare assumere, alla ragazzina, la pillola, mentre questa dovrebbe pretendere dal ragazzino che usi il condom. In famiglia si può parlare di sesso e sessualità ma è necessario che l’ ambiente sia sereno e che i genitori siano aperti ed è inoltre consigliato evitare tecnicismi…In altre parole, non devono essere” pesanti “.
La “ fluidità di genere”? I bambini sono innocenti
Ma la dottoressa tocca il culmine quando afferma che tutti noi, genitori ,pediatri e ragazzi dobbiamo prepararci alla fluidità di genere perché i giovani sono PRONTI!
In questi giorni, noto che si fa un gran parlare di educazione sessuale, in TV, sulla stampa,a scuola e soprattutto sui social media dove appunto,non si fa altro.Questo articolo, da parte dei pediatri, però riesce addirittura a lasciarmi sgomenta …Qui non si sta parlando di educazione dei giovani,qui si parla di bambini, di fanciulli innocenti che a 13 anni dovrebbero accogliere le emozioni e iniziare a sperimentare la vita sessuale degli adulti, ma siccome adulti non lo sono ancora e ci vorrà molto tempo per capire la portata degli atti compiuti, ecco che bisogna assolutamente evitare le conseguenze come le malattie sessualmente trasmissibili e, naturalmente, le gravidanze!
Attività sessuale assimilata alla ginnastica
Ormai si parla di attività sessuale come di attività fisica, ossia ginnastica, la quale arreca benessere secondo OMS e UNESCO ma non basta, perché si sottolinea che dobbiamo prepararci alla fluidità di genere. Poiché potrebbe accadere che mentre un ragazzino sperimenta gli impulsi del suo corpo ,si accorga che non è come si immaginava e quindi decida di cambiare gusti e sperimentare altro.
Sono sempre più convinta che l’ obiettivo di certe argomentazioni sia non il benessere delle nuove generazioni ma il degrado dei costumi, il caos che qualcuno ha definito animalizzazione della società.
Ne sono una prova l’ elevato numero di aborti e la trasmissione delle malattie sessuali, oltre che l’ aumento delle transizioni di genere che non fanno che devastare le giovani vite.
La sessualità è un bene prezioso affidato all’ umanità che serve per edificare e non per distruggere; per essere utilizzata nella maniera giusta deve basarsi sulla stima, sulla conoscenza profonda dell’ altro e soprattutto su progetti di vita comuni. Altrimenti non resterà altro che l’ estinzione.Cordialmente.
Maria Cariati
Insegnante
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it