Egregio Direttore,
Le chiedo cortesemente ospitalità sulla testata in merito a “Perché per me gli psicologi, soprattutto quelli diocesani, dovrebbero stare fuori dalla scuola” https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/01/01/fuori-psicologi-scuola-diocesi/7820628/
Vorrei commentare l’articolo riportando le parole del maestro e giornalista Alex Corlazzoli “gli psicologi dei consultori diocesani o scelgono di essere dei veri formatori e informatori o se ne stanno fuori dalla scuola. Ho avuto a che fare con psicologi assunti dalla Chiesa che hanno mostrato tutto il loro oscurantismo: obbedendo al loro datore di lavoro non hanno parlato di contraccettivi, di pillola e di tutte le altre modalità che vi sono per non avere figli o per prevenire malattie sessuali. Così non hanno accennato al tema dell’aborto, impedendo in questo modo a dei giovani di avere una conoscenza adeguata e libera.”
Psicologi totalmente inadeguati a scuola
In primis mi trovo d’accordo con Corlazzoli sul fatto che la figura dello psicologo a scuola sia totalmente inadeguata e facilmente strumentalizzabile, non tanto dalla Chiesa i cui dogmi tutti conosciamo bene, bensì a favore di subdole ideologie oggi molto di moda. Queste ideologie rappresentano un vero pericolo per i nostri ragazzi in quanto si basano quasi esclusivamente su teorie illogiche e irrazionali completamente sconnesse dalla realtà. Vorrei aggiungere che, personalmente, non mi è mai capitato di sentire la definizione che utilizza Corlazzoli di “psicologo diocesano” che risulta del tutto ambigua, non è chiaro infatti se si tratti di sacerdoti o di laici, di religiosi o di semplici credenti. Proprio in tema di strumentalizzazione mi sembra invece che il maestro Corlazzoli si dimostri un po’ di parte e assai poco democratico, nel voler “buttar fuori dalle scuole” solo gli psicologi cattolici citando in maniera direi quasi banale il clichet dell’oscurantismo solo per non toccare certi temi scomodi che metterebbero in discussione quei “fantomatici diritti” che tutelano il nostro egoismo…
Contraccezione e aborto non sono sovrapponibili
A tal proposito infatti mi trovo totalmente in disaccordo quando Corlazzoli mette sullo stesso piano la contraccezione con l’aborto. L’aborto infatti in Italia è attualmente regolamentato dalla legge 194 che il giornalista e maestro sicuramente conoscerà bene, il cui titolo è proprio TUTELA DELLA MATERNITÀ, non tutela della IVG….Questa legge infatti proibisce chiaramente il ricorso all’ aborto come mezzo di controllo delle nascite.
Pertanto il giornalista che, a quanto pare, è anche maestro, non mi sembra che abbia chiara né la legge né il fatto che l’aborto consista nella soppressione di una vita umana e non sia un metodo anticoncezionale !
Torniamo quindi al tema di questo articolo, ovvero l’educazione sessuale nelle scuole e parliamo ancora di legge, la nostra Costituzione, all’art 29 garantisce alle famiglie la piena e totale responsabilità in merito alle scelte educative per i propri figli. Non è lo Stato quindi che attraverso la scuola deve educare, ma limitarsi a fornire l’istruzione necessaria ai bambini e ragazzi affinché maturino una capacità di pensiero critico che li renda in futuro capaci di fare delle scelte consapevoli e coscienti.
Con buona pace di maestri come Corlazzoli e di professori e insegnanti, non sono loro né tanto meno gli psicologi esterni alla scuola che devono educare le nuove generazioni, bensì noi genitori che all’ interno della famiglia, con un esempio credibile, dobbiamo trasmettere loro il valore della vita e dei rapporti sociali anche attraverso il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri. Riempiamo questo vuoto nei giovani non medicalizzando in maniera esasperata il disagio presente nei momenti di crescita, ma ridando fiducia al nucleo familiare.
Manuela Ferraro
www.prolifeinsieme.it