Gravidanza: imparare a sorridere di nuovo all’annuncio del bimbo

Egregio Direttore,

chiedo di poter replicare all’articolo pubblicato sulla sua testata. In che senso poi l’aborto dovrebbe essere più sicuro di così? In che senso non si dovrebbe contribuire alla spesa di una qualunque prestazione a carico dello stato per non ostacolare la pratica dell’aborto? Se chiedo un contributo anche minimo creo un ostacolo? Ma poi perché non dovrei cercare di scoraggiare una pratica così devastante per il fisico della donna e così poco medica per il personale che lo pratica?

Ormai non è neanche più questione di accesso, dal momento che buona parte degli aborti avviene in casa in perfetta solitudine con conseguenze veramente tristi….RU-486, la pillola del dolore per la donna
Una mamma che per caso salvasse suo figlio dall’aborto alla fine, sarebbe poi così triste? Oppure potrebbe ripensarci e salutare questa circostanza come un dono e uno scampato pericolo?
È importantissimo mantenere alto il livello di attenzione su un fenomeno che sta falcidiando la popolazione europea e cercare di contrastare questa forte tendenza al suicidio che la caratterizza, nel tentativo di portare un rinnovato senso di speranza nel futuro che dipende strettamente da ciò che facciamo ora, nel nostro presente.
È importante che impariamo di nuovo a sorridere quando una donna annuncia la sua gravidanza, a salutarla con gioia sincera , pronti a sostenerla nella consapevolezza che quando una gravidanza comincia spesso la mamma è in preda a una forma di spossatezza del tutto naturale che rende la psiche fragile e insicura.
La risposta quindi non è in nessun modo quella si spingere la mamma a eliminare il bambino perché questa che sembra subito la via più sicura e rapida, è spesso l’inizio di una tragedia interiore senza sbocco.
L’ aborto in realtà difficilmente è una vera scelta, perché chi lo vive non sa neanche che ci sono alternative valide e concrete offerte da diverse associazioni che cercano di proporre il loro aiuto per evitare il peggio.
Anzi, spesso le mamme prese dalla fretta, dalla solitudine e dalla mancanza di consapevolezza di ciò che le aspetta, si sottopongono a questa pratica.
Questa quindi  non è libertà perché non c’è reale conoscenza delle possibili conseguenze : tra le quattro libertà della costituzione americana infatti c’è la libertà dalla paura perché chi agisce per paura non è libero e questo è esattamente ciò che noi prolife vogliamo evitare per le mamme che incontriamo.

Prof. Maria Sole Martucci
Modena
Prolife insieme

https://www.geronimo.news/c/opinioni/in-cineteca-si-parla-di-aborto-una-prof-prolife-commenta-levento-A57089