25 novembre: Giornata della violenza contro le donne

Egregio Direttore,

mi permetta la replica al suo articolo https://itacanotizie.it/2024/11/22/25-novembre-cambiare-vittimizzazione-secondaria/#comment-60556

L’aborto è la più grande violenza contro le donne.

Lunedì 25 novembre ricorre la Giornata internazionale della violenza contro le donne. È importante accendere i riflettori su questo triste fenomeno, è bene però ricordare che la più grande violenza contro le donne è l’aborto volontario con le sue devastanti conseguenze.

Vittime di violenza nell’aborto: madre, bimbo, padre

Sì, perché nell’aborto volontario ci sono due vittime: un bimbo morto e una madre ferita per il resto della sua vita (e dico mamma perché si è madre già dal concepimento). Ferita perché con l’aborto la mamma viene privata della maternità, una delle sue funzioni più sacre e perché questo intervento le sconvolge il corpo, e in quel fenomeno ricorrente che oramai la psicologia riconosce come «Sindrome post-aborto», le devasta la psiche.

Non va dimenticato che, anche il padre, subisce gravi reazioni negative quando si rende conto che suo figlio è stato ucciso. La sofferenza del padre è ancor più grave quando egli è contrario all’aborto e, peggio ancora, quando la legge che stabilisce la madre come unico arbitro della gravidanza, gli vieta di proteggere la vita del proprio figlio in arrivo.

Le leggi che hanno legalizzato l’aborto, oltre ad aver seminato odio, violenza e discordia nel cuore dei rapporti umani più intimi, hanno messo in evidenza come l’aborto volontario sia il più grande femminicidio, infatti circa la metà dei bambini abortiti nel mondo (si calcola che vengono praticati ogni anno oltre 44 milioni di aborti) sono di sesso femminile. Senza parlare poi dell’aborto sesso selettivo: si abortiscono le bambine in quanto tali, come avviene soprattutto in Cina e in India, ma ora questa barbara pratica, con l’aumento dell’immigrazione, ha luogo anche nella “civile” Italia, nell’indifferenza dell’autorità giudiziaria.

Se l’Italia è al 18° posto nella classifica degli Stati europei con più alto tasso di violenza nei confronti delle donne una spiegazione forse ci sarà. Evidentemente i cosiddetti “nuovi diritti civili”, rendono l’uomo più egoista e violento, perché hanno di fatto calpestato e distrutto il fondamento del rispetto dovuto ad ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale.

Madre Teresa di Calcutta riguardo all’aborto volontario diceva che: “L’aborto è il più grande distruttore della pace oggi nel mondo, il più grande distruttore dell’amore: infatti, se una madre può uccidere il proprio bambino che cosa impedisce che io possa impunemente uccidere un domani anche te e tu possa uccidere me? Non c’è che un passo”; poiché “Ogni nazione che accetta l’aborto non sta insegnando al proprio popolo ad amare, bensì a usare la violenza per raggiungere ciò che vuole”.

Giorgio Celsi