194/1978 il Ministro Schillaci dovrebbe attuare interventi concreti e reprimere abusi.

https://www.doctor33.it/articolo/65341/medici-di-famiglia-schillaci-dovranno-lavorare-anche-nelle-case-di-comunita
Medici di famiglia, Schillaci: dovranno lavorare anche nelle Case di comunità

Il Ministro Schillaci in riferimento alla 194/1978 ed in modo conforme agli art. 1 e 2 giustamente invoca “rispetto delle norme e rafforzamento del sostegno alle donne” .
La 194/1978 ” Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” stabilisce:

Art.1: Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite…
Art.2: I consultori familiari… assistono la donna in stato di gravidanza:
a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;
b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
c) attuando… speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);
d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.
Se lo Stato “tutela la vita umana dal suo inizio”, come mai un Silvio Viale può impunemente vantarsi “io i bambini li frullo”? Se “l’interruzione volontaria della gravidanza… non è mezzo per il controllo delle nascite”, come mai ci sono fin troppe donne che presso la medesima struttura ricorrono più e più volte al procurato aborto? Coloro che presso i consultori o nei reparti di ostetricia-gincologia si prestano a questi reiterati aborti, agiscono in conformità alla 194/1978 oppure dovrebbero rispondere del loro operato in sede amministrativa, civile e penale? Non dimentichiamo che il procurato aborto è tuttora punito a norma degli art.593 e 593 bus del Codice Penale. Quanti soldi pubblici vengono distratti e dissipati in questo modo? Le organizzazioni femministe, che rabbiosamente pubblicizzano un inesistente “diritto all’aborto”, promuovono la violazione della 194/1978?
Certamente non si deve dimenticare quanto dichiarava Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano, il quale insieme con Giovanbattista Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978. Egli riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Altrettanto certamente gli abortisti occultano non solo l’uccisione del bambino concepito, bensì anche le conseguenze prossime o differite per la madre. Mentre si appresta ad uccidere suo figlio, la madre avrebbe il diritto di ricevere ampie informazioni anche riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc, un drammatico incremento di rischio per il cancro della mammella Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer.
Quanto ai costi economici, sia intrinseci alle procedure sia per i citati effetti avversi , il procurato aborto incide enormemente sul bilancio del Sistema Sanitario Nazionale: milioni di euro dissipati, sprecati, bruciati in questa industria della morte. Dalla quale peraltro alcuni, che la sostengono e la praticano, traggono cospicui interessi di denaro, di evidenza mediatica, di carriera.
Il Ministro Schillaci, anziché enunciare generici principi, dovrebbe sostenere l’attuazione degli aspetti trascurati ed elusi della 194/1978 e promuovere inchieste a carico di quanti manifestamente fanno abuso di essa per esclusivi interessi personali.

Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
http://www.prolifeinsieme.it